“LA PRIMA LUCE”: ATTUALITÀ E CORAGGIO NEL NUOVO FILM DI VINCENZO MARRA

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La prima luceSottrazione minorile, affido internazionale e la lancinante sofferenza di un padre per la perdita del figlio, sono tutti temi che ritroviamo nel nuovo lavoro di Vincenzo Marra, La prima luce, presentato alla 72 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia  nella sezione Giornate degli autori e in sala dal 24 settembre. Il film inizia con una fine, quella del rapporto tra Marco (interpretato da un intenso Riccardo Scamarcio) e Martina (Daniela Ramirez). Lui è un cinico e arrogante avvocato, così distratto da non accorgersi della sofferenza che oscura il volto della compagna, causata da una nostalgia profonda per la sua terra natia, il Cile. Nel mezzo c’è Mateo (Gianni Pezzolla), il figlio della coppia, oggetto di contesa dei genitori. Martina, dopo l’ennesimo litigio, approfitta dell’assenza di Marco e parte con Mateo alla volta di Santiago. In un minuto tutte le certezze dell’uomo si sgretolano; alla velocità della perdita di tutti i suoi punti fermi, si contrappone la lentezza della burocrazia. Il caso sembra essersi smarrito tra le scartoffie e così Marco decide di partire per ritrovare suo figlio, affrontando un viaggio di 16 mila chilometri pur di riabbracciarlo.

Marra è un autore che esplora la complessità dei rapporti umani e delle emozioni più intime con occhio documentaristico; nelle sue opere precedenti  ha affrontato i problemi e i frammenti di vita di quel Sud dove si incontrano e scontrano realtà multiformi e in continuo movimento, basti pensare infatti a Paesaggio a sud, Vento di terra o L’udienza è aperta. Con La prima luce, invece, il regista napoletano sposta l’attenzione su un’urgenza attualissima di cui si parla ancora troppo poco, riuscendo a raccontare il dolore claustrofobico che appesantisce l’animo di chi da un giorno all’altro si vede strappare un figlio e l’angoscia di chi, viceversa, scappa. «L’idea nasce dall’osservazione della realtà, per caso ho scoperto queste storie. Stavo per diventare padre quindi ho avuto paura che potesse succedere pure a me » ci spiega, «La scommessa è costruire un film dove tutti possano provare le emozioni dei protagonisti, però non c’è un buono o un cattivo, entrambi hanno ragione e torto ».

La prima luceUn lavoro coraggioso quello di Marra, sostenuto da produttori altrettanto coraggiosi come Arturo Paglia e Isabella Cocuzza. «Vincenzo non ha trattato il tema della sottrazione di minore attraverso luoghi comuni, è un film delicato e sensibile, appena ho letto la sceneggiatura me ne sono innamorata » racconta Cocuzza. Certo, produrre un film autoriale come quello di Marra in un’Italia dove il genere di maggior successo è la commedia può sembrare un azzardo: «Il rischio c’era ma ci auguriamo i numeri ci diano ragione. È una storia internazionale e dall’estero i feedback sono positivi, anche quelli che provengono da un Paese difficile come l’America. Noi ci crediamo molto » asserisce Paglia. La prima luce non è l’unico progetto dei due giovani produttori: «A febbraio saremo in sala con il nuovo film di Giovanni Veronesi, poi abbiamo chiuso un accordo con Brando De Sica, ad agosto gireremo con Fabrizio Bentivoglio che ritorna alla regia assieme a Mario Tronco e infine produrremo il nuovo lavoro di Giorgio Diritti tratto da Il seminatore di Mario Cavatore. La sceneggiatura è forte, ha un respiro internazionale, e speriamo che anche il mercato ci dia ragione ».

Rudy Ciligot