“REMEMBER”: LA RECENSIONE

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Id. Canada/Germania, 2015 Regia Atom Egoyan Interpreti Christopher Plummer, Martin Landau, Dean Norris, Bruno Ganz, Jurgen Prochnow, Heinz Lieven Distribuzione Bim Durata 1h e 35’ 

Il vetusto Zev sconta i suoi giorni in ospizio, annebbiato dalla demenza senile. Tra i ricordi che ancora baluginano, quello di Auschwitz, dove fu sterminata la sua famiglia. L’amico Max, come lui ebreo e scampato dallo sterminio, gli rivela che la belva responsabile di quello e tanti altri crimini è ancora viva, anzi si nasconde sotto il falso nome di Rudy Kurlander proprio in America. Un ulteriore problema è dato però dal fatto che sono in tre ad avere quella identità, ben sparsi nella nazione. Fragile e armato, Zev fugge allora dal centro e si mette alla loro ricerca, intenzionato ad avere la sua vendetta.

Atom Egoyan è un autore armeno canadese di affidamento incerto, passato da un passato pieno di allettanti promesse (Exotica, Il Dolce domani) a un quasi presente fatto soprattutto di variazioni sul tema della crime story (False verità, Chloe, Devil’s Knot), non sempre riuscite. A scanso di equivoci diremmo però subito che Remember, se si è pronti ad accettare l’improbabile e le sue conseguenze, è di quelle efficaci, tiene desta l’attenzione dello spettatore mescolando il tema della vendetta (perseguita oltretutto qui con petulante costanza e lentezza) con quello patetico della malattia (che c’è di più inaccettabile del dimenticare/dimenticarsi senza rimedio?) e con quello dell’indagine “poliziesca” condotta dal più improbabile dei giustizieri (oltretutto a sua volta ricercato disperatamente dai familiari). Attento a far decantare sempre il lato umano accanto alla denuncia, Egoyan non ci regala adrenaliniche sparatorie o combattimenti oltre i confini della realtà qui francamente assurdi, piuttosto preferisce annotare con astuzia compositiva dettagli, dialoghi, reazioni da gente comune, un panorama quieto e quotidiano dove peraltro si può celare la follia o l’orrore. Degli attori diremmo che Christopher Plummer è semplicemente monumentale nei suoi 86 anni e l’apparentemente più malandato Martin Landau (del resto ha un anno di più) fa dello spettacolo della sua fragilità una risorsa di recitazione.

Massimo Lastrucci