ROMAFICTIONFEST: “TRAPPED”, NELLA TEMPESTA CON L’ASSASSINO

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Dopo essere stata presentata al Toronto International Film Festival, la serie islandese diretta da Baltasar Kormákur, arriva in concorso al RomaFictionFest prima del lancio mondiale previsto per l’inverno, portando con se i gelidi paesaggi islandesi ed un omicidio efferato da risolvere.

TrappedSe sei il poliziotto di una cittadina islandese il massimo che puoi fare è multare qualche distratto automobilista per aver parcheggiato davanti un’idrante o giocare a dama sul computer mentre si aspetta la fine del turno. Le cose decisamente cambiano se improvvisamente squilla il telefono e due pescatori ti avvertono di aver trovato un corpo mutilato mentre tiravano su la rete che speravano avrebbe fatto riaffiorare qualche pesce da vendere in città. Sono queste le premesse con le quali apre Trappad, serie islandese diretta da Baltasar Kormákur, già regista di Everest, e presentata in esclusiva alla nona edizione del RomaFictionFest, dove concorre per il concorso internazionale, dopo il recente debutto al Toronto International Film Festival. «Questa è la prima volta che uno show islandese “viaggia”. L’Islanda è un posto meraviglioso ma molto piccolo che conta 300.000 abitanti in tutto. Un posto così tranquillo che c’è un omicidio ogni due anni! » esordisce scherzosamente Klaus Zimmerman, l’executive producer della serie, già dietro grandi produzioni televisive come I Borgia.

Trapped«L’idea della serie è nata due anni fa quando ho conosciuto Baltasar Kormákur, regista islandese celebre a Hollywood con il quale ci è venuto in mente di fare questa serie dalle atmosfere e i sapori tipicamente nordici ». E il contesto nel quale è sviluppata la serie è un valore aggiunto importantissimo per amplificare quel senso di mistero e minaccia che accompagna il terribile omicidio, connesso ad una nave da crociera attraccata al porto negli stessi istanti nei quali il corpo affiora dall’acqua, facendo sospettare che il killer si trovi tra i passeggeri o l’equipaggio della nave, capitanato da un comandante intenzionato a rallentare le indagini. Lo abbiamo già visto in serie come Fargo e Fortitude nelle quali lo scenario che fa da sfondo alla storia ne costituisce in realtà un vero e proprio personaggio intangibile. «Abbiamo girato tutto lo scorso inverno, in condizioni atmosferiche terribili, con temperature che arrivavano ai -30° ma che testimoniano molto bene la discesa negli inferi del protagonista ». Trapped, con un pilot scritto, diretto e sviluppato per creare al meglio la suspense e quel senso di attesa costante – senza dimenticare un filone narrativo parallelo rappresentato dal privato del capo della polizia, Andri (Ólafur Darri Ólafsson) – parte con il piede giusto, costruendo un microcosmo dai contorni dell’orrore grazie ad una bufera di neve che ha isolato la cittadina, costringendo gli abitanti a condividere lo stesso cielo con l’omicida, intrappolato in mezzo a loro.

Manuela Santacatterina