“SPY”: LA RECENSIONE!

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Id. Usa, 2015 Regia Paul Feig Interpreti Melissa McCarthy, Jason Statham, Rose Byrne, Jude Law, Morena Baccarin, Bobby Cannavale, 50 Cent, Miranda Hart Distribuzione Fox Durata 2h

In sala dal 

15 luglio

Susan Cooper, a dispetto del fisico e un’aura di imbranataggine, è un’efficientissima spia della Cia, ottima spalla per il mirabolante agente Bradley Fine. Quando questi scompare, le circostanze la scaraventeranno in prima linea, tra lo stupore dei suoi colleghi. Il suo compito è solo quello di intercettare e seguire la letale Rayna Boyanov (la killer di Fine), una spocchiosa bulgara che sta organizzando la vendita di un ordigno nucleare. Entusiasta e inesperta, la sottostimata Susan travalicherà i limiti del suo incarico con risultati caotici ma inaspettati.

Ulteriore falsariga delle parodie bondiane, Spy di Paul Feig (che in forza della sua lunga esperienza di attore/sceneggaitore sa come servire i suoi interpreti, specie la McCarthy, vedi Le amiche della sposa, Corpi da reato, mentre si annuncia un suo remake al femminile di Ghostbusters), tra volgarità verbali sessual-birichine e una spruzzata di action (che quando ci vuole ci vuole), riesce comunque a tenere abbastanza ferma la barra nel mare di un rilassato divertimento. Si scherza e si calca sui luoghi comuni sino alla caricatura (e in questo senso noi italiani ci facciamo la solita figura di sessuomani, fighetti e buffi) e si visitano di volata Parigi, Roma e Budapest. La fortuna/buona riuscita della commedia è però dovuta alla rilassata simpatia degli interpreti, pronti a prendere in giro i propri cliché (come Jude Law e Jason Statham che nel ruolo di uno stolido e scervellato 007 cita altre sue mirabolanti imprese su schermo) e con le signore in gran spolvero (da notare l’impeccabile comunicativa di Rose Byrne, esilarante malvagia snob dalle movenze snervate, Miranda Hart e Jessica Chaffin). In quanto a Melissa McCarthy, se molto esagera e gioca sulla sua taglia extra large da americana che esige e ammicca alla parità di trattamento (il copione cerca in questo senso strizza costantemente l’occhio al proprio pubblico medio), nondimeno spesso azzecca la gag (vedi l’inseguimento col motorino) o la battuta. Senza contare la fatica fisica di correre, saltare, picchiare, cascare, cose che non sempre ha fatto la controfigura, tanto da meritarsi i complimenti del coordinatore degli stunt J.J. Perry.

Massimo Lastrucci