Tra i film che hanno chiuso la dodicesima Festa del Cinema di Roma: l’ottima opera prima In un giorno la fine di Daniele Misischia (Sezione Riflessi). Pochi mezzi, tante idee
Claudio Verona (strepitoso Alessandro Roja) è un importante uomo d’affari, arrogante e antipatico. Già in ritardo per un appuntamento di lavoro, si ritroverà bloccato in ascensore. Nel frattempo, Roma è sconvolta da un virus letale che trasforma le persone in zombi famelici. Intrappolato nel vano ascensore, in contatto con l’esterno solo attraverso uno smartphone e un interfono, Claudio comincia progressivamente a perdere sicurezza e a prendere coscienza dell’orrore che accade “fuori”. Ovviamente le creature infette proveranno a entrare…
Prodotto dai Manetti Bros., che proprio dentro a un ascensore avevano ambientato uno dei loro primi film (Piano 17), In un giorno la fine è un’opera prima ricca di idee, tensione costante, umorismo, guizzi splatter e puro e disturbante “piacere” cinematografico. Una sorta di Locke con gli zombi. Nella società capitalista contemporanea, il virus della “disumanizzazione” miete vittime sotto i nostri occhi. Ce ne renderemo conto solo quando sarà troppo tardi? Cinema (non solo) di genere come in Italia, oggi, sanno fare in pochissimi.
Luca Barnabé