Al cinema da giovedì 24 marzo Un paese quasi perfetto, la commedia di Massimo Gaudioso con Fabio Volo, Miriam Leone, Silvio Orlando e Carlo Buccirosso  Â
Abbiamo incontrato Massimo Gaudioso, Fabio Volo e Miriam Leone, rispettivamente regista e protagonisti di Un paese quasi perfetto, ambientato nell’immaginaria Pietramezzana, piccolo paese nelle Dolomiti lucane. Nel film i pochi abitanti rimasti, per lo più minatori, sono in cassa integrazione e temono la disoccupazione. Eppure, in molti non demordono e, trascinati da Domenico (Silvio Orlando), una parte di loro intravede nell’apertura di una fabbrica la soluzione a tutti i guai. La prima cosa da fare è trovare un medico e così si imbattono in Gianluca Terragni (Fabio Volo), rampante chirurgo estetico milanese. La seconda, però, sarà convincerlo a restare: proveranno così in tutti i modi a trattenerlo a Pietramezzana, non facendogli sentire la mancanza del wi-fi, del sushi e del jazz, e neppure del cricket, il suo sport preferito. Ma forse sarà sufficiente la bellissima Anna (Miriam Leone) per non fargli sentire la nostalgia della metropoli.
I toni delle sceneggiature di Massimo Gaudioso solitamente sono diversi da quelli di Un paese quasi perfetto. Dove si riconosce maggiormente il regista, all’opera dietro la macchina da presa diciassette anni dopo La vita è una sola?
Gaudioso:Â Nelle mie sceneggiature ovviamente devo assecondare ogni volta lo sguardo del regista. In questo film, mi sento invece molto vicino sia al tono, ironico e gentile, che alla storia: penso di appartenere più alla commedia che alla tragedia.
Fabio Volo come recupera questa dimensione genuina e autentica, così fortemente caratteristica dell’umore del film, nella sua vita di tutti i giorni?
Volo: Sicuramente quando torno a Brescia, la mia città, oppure quando vengono mia mamma e mia sorella a trovarmi. Quando ritrovo quella parte della vita delle mie radici, dagli amici ai luoghi dove sono cresciuto. Io però sono un ansioso per eccellenza e ammetto che in un paese come Pietramezzana non potrei resistere più di un weekend. In questo momento della mia vita, la cosa più autentica per me è stare insieme con la mia compagna e i miei figli.
Come è stato il lavoro di Miriam Leone con il suo personaggio, molto diverso da quelli di fiction come 1992 e Non uccidere, e come è stato il lavoro con gli altri attori?
Leone: L’Anna di Un paese quasi perfetto è sicuramente più leggera e solare dei personaggi che finora ho interpretato. Si è trattato di un momento di grande crescita professionale: ricordiamo infatti che, oltre a Fabio Volo, uno dei protagonisti del film è Silvio Orlando, da cui ho imparato davvero tanto. Poter non essere sempre se stessi e impersonare ogni volta qualcuno di diverso è il bello del nostro mestiere.
Il film si chiama Un paese quasi perfetto. Come si potrebbe migliorare invece, andando dal piccolo al grande, un Paese come il nostro rendendolo perfetto?
Gaudioso:Â Un insegnamento che si può apprendere da questo film è quello di sfruttare meglio le risorse che ci sono, e non parlo solo delle risorse culturali, naturali e paesaggistiche dell’Italia di cui parliamo da sempre. Mi riferisco soprattutto alle risorse umane: in Italia abbiamo un po’ dimenticato che oltre alla bellezza del Paese ci sono anche tante persone che potrebbero dare un contributo importante, se solo gli venisse data la possibilità.
C’è un momento della vita di Miriam Leone che è stato deciso dal caso e che le ha permesso di intraprendere la carriera di attrice?
Leone: Se non avessi perso un pranzo e non mi fossi mai fermata a mangiare un panino in pieno pomeriggio nel centro di Roma, forse non avrei mai conosciuto Giovanni Veronesi. Mi proposero incontrandomi per caso di fare un provino per lui la mattina successiva, e io accettai. E così ebbi l’opportunità di avere la mia prima esperienza cinematografica in Genitori & figli.
Fabio Volo ora è al cinema anche nelle vesti di doppiatore in Kung Fu Panda 3. Si sente più vicino al personaggio di Po o a quello di Terragni?
Volo: Ogni personaggio che interpreto lo trovo un po’ autobiografico: Po in Kung Fu Panda ha solo un grande desiderio, un solo grande sogno, ma non ha dei grandi strumenti. Io non sono come Maradona, che poteva saltare gli allenamenti e dimostrare comunque il suo talento. Io ho cercato nella mia carriera delle capacità più che dei talenti ed è andata bene, perché avevo un grande sogno da realizzare proprio come Po. Nel personaggio di Terragni, mi piace molto l’idea di un uomo che arriva in un piccolo paese e trova comunque quello di cui ha bisogno: l’affetto, il calore, anche se dopo scopre che è tutto finto. Terragni abbocca alle cose che vorrebbe e che mancano nella sua vita.