X-MEN – APOCALISSE

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Nell’antico Egitto i suoi poteri incutevano timore e panico. Perché En Sabah Nur è stato il primo dei mutanti della storia, che solo una ardita congiura ha eliminato, seppellendolo sotto il crollo di una piramide. Nel 1983 viene casualmente risvegliato e, alla vista degli anni ’80, decide di instaurare un nuovo ordine mondiale. Si farà conoscere come Apocalisse e come tale ha bisogno dei suoi quattro cavalieri (Guerra, Carestia, Peste e Morte), ovvero 4 mutanti (Magneto, Tempesta, Psylocke, Arcangelo) reclutati e legati alla causa anti-umana. Contro di lui, in pratica si ergeranno solo gli studenti del dottor Charles Xavier, compresa la “talent-scout” Mystica.

Bryan Singer ha citato come film ispiratore della parte coi sandaloni niente meno che il classico hollywoodiano La regina delle Piramidi (1955) del Maestro Howard Hawks. E in effetti l’omaggio risalta (sono le scene iniziali) anche per la magniloquenza delle riprese, proprio nello stile di una volta. Capitolo conclusivo a chiudere una trilogia –X-Men L’inizio (2011) e X-Men giorni di un futuro passato (2014) –  X-Men – Apocalisse, lo diciamo a premessa e a scanso equivoci, non deluderà i fan.  Turgidissimo e stracarico di scene di distruzione a effetti speciali mozzafiato (i due minuti di scena in cui Quicksilver salva studenti e colleghi da un’esplosione sono pura magia per gli occhi) mantiene la promessa di due ore di spettacolo di action senza pause, saltando di location e situazioni come se non avesse tempo da perdere (sarà una questione di mancanza di fiducia nei confronti dell’intelligenza del pubblico e della sua soglia di attenzione o, al contrario, un implicito accordo di partenza?).

Più cupi, meno egotici (e meno spiritosi) dei colleghi Avengers, gli X Men condividono con loro qui la sorte di dividersi in due gruppi l’un contro l’altro armati e dato che siamo in un prequel, tutti i personaggi che non abbiamo visto negli altri due capitoli qui fanno il loro ingresso, magari dalla porta sbagliata e con dei caratteri in cui facciamo fatica a riconoscerli. Il che costituisce un intelligente rimescolamento di carte in una trama altrimenti troppo costruita sul meccanismo “di più, ancora di più e sempre più catastrofico”. Del resto non si può lesinare, hanno di fronte il più potente cattivo che abbiano mai dovuto affrontare: Apocalisse ha quasi i poteri di un Dio, il personaggio è tratto da una miniserie di fumetti, il suo look è spettacolare ed è difficile riconoscere sotto il make-up, la voce amplificata e l’armatura, un interprete altrove conosciuto per interpretazioni più sfumate come Oscar Isaacs.