Cannes 2023, parla il direttore Thierry Fremaux in attesa delle star

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Thierry Fremaux

Alla vigilia di una kermesse che vede l’Italia straordinariamente protagonista con ben tre film in concorso, il direttore artistico del Festival di Cannes, Thierry Fremaux, ha incontrato la stampa. Sono poche le domande a cui un Fremaux, quasi sovrabbondante nelle risposte, si è sottratto, condividendo con schiettezza il suo punto di vista su scioperi, proteste, polemiche di vario genere e soprattutto sullo stato di crisi in cui verte il cinema italiano.

Ha chiarito subito, Fremaux, che non avrebbe risposto ad alcuna domanda al di fuori dei film e degli artisti già presenti nella selezione ufficiale di quest’anno. Quindi addio a qualsivoglia spiegazione sulla mancata presenza di Woody Allen che aveva già pronto il suo Coup de chance, da molti dato quasi per certo nelle previsioni.

Mentre poi si profilano drammatici scenari in merito alle possibili ripercussioni che lo sciopero degli sceneggiatori, attualmente in corso negli Usa, potrebbe avere sul Festival, Fremaux risponde con diplomazia tutta francese. Mette in un unico calderone le proteste della WGA e quelle annunciate della compagnia elettrica francese nei giorni del Festival: “il Festival di Cannes è un posto speciale”, dice, ed è naturale che attiri l’attenzione di diverse realtà che trovano piena solidarietà da parte sua, ma che non possono impedire il suo pieno svolgimento.

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È polemica anche sulla presenza di Johnny Depp nei panni di re Luigi XV, proprio nel film di apertura della kermesse, Jeanne du Barry diretto e interpretato da Maiwenn. La scelta ha sollevato non poche perplessità negli Stati Uniti, dove Depp negli ultimi tempi è stato al centro dell’attenzione per il suo divorzio e le accuse di abusi domestici sollevate dalla ex-moglie, l’attrice Amber Heard. Ma il direttore non ha fatto altro che ribadire un concetto già chiarito in precedenza.

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Non conosco l’immagine di Johnny Depp negli Stati Uniti – ha detto Fremaux – A dire la verità, nella mia vita, ho solo una regola: è la libertà di pensare, e la libertà di parola e di agire all’interno di un quadro legale. Se a Johnny Depp fosse stato vietato di recitare in un film, o se il film fosse stato bandito, non saremmo qui a parlarne. Questa controversia è emersa una volta che il film è stato annunciato a Cannes”. Per poi concludere: “Non so di cosa si tratta e mi interessa Johnny Depp come attore”, e fine della questione.

La vera novità però Fremaux l’ha espressa nel suo pensiero in merito alla straordinaria presenza dell’Italia nella selezione di questa edizione del Festival di Cannes. Tre film in concorso: La chiemra di Alice Rohrwacher, Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, che già sta spopolando al botteghino italiano.

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Due veterani e una giovane regista”, sintetizza Fremaux. “Nonostante il governo italiano non supporti il cinema come fa quello francese, è straordinario che in Italia nascano opere così meritevoli”. All’interno di una considerazione più che lusinghiera sul nostro cinema, Fremaux non manca di lanciare una frecciata a un sistema che a suo dire dovremo combattere. “Non dico che quello francese sia l’ideale, ma se il cinema in Francia non vive la stessa crisi che c’è in Italia è proprio grazie ad esso”, chiarisce il direttore artistico.