David di Donatello 2023, il toccante ringraziamento di Enrico Vanzina

Il Premio Speciale di questa edizione celebra la commedia italiana

0
Enrico Vanzina David68

Tra i protagonisti più amati di sempre del nostro cinema, e uno dei David di Donatello 2023 più attesi sul palco degli Studi Lumina di Roma per la consegna del Premio Speciale a lui dedicato, Enrico Vanzina ha regalato una parentesi toccante al momento di pronunciare un breve discorso di ringraziamento rispondendo alle domande di Carlo Conti e Matilde Gioli, conduttori della serata che ha visto celebrato il cinema italiano.

LEGGI ANCHE: David 2023, tutti i vincitori (LIVE)

 

Quello stesso cinema che lo sceneggiatore di tanti successi, insieme allo scomparso fratello Carlo Vanzina, ha ricordato, insieme alla figura del padre, il mitico Steno, e di tanti Maestri immortali.

Saper raccontare ha una funzione sociale, saper far ridere è una grande fetta del cinema italiano, della commedia all’italiana che ha raccontato questo Paese in maniera meravigliosa. Io questo premio lo dedico a papà, a Steno, a Carlo, ma anche a altre persone: a Dino Risi, Monicelli, Germi, Comencini e tutta una generazione meravigliosa che hanno riportato il buonumore in questo Paese. E questa è stata una funzione sociale molto importante. La commedia all’italiana è sicuramente il genere più importante del cinema italiano, che ha raccontato meglio di tutti chi siamo. Io penso che senza la commedia all’italiana il cinema italiano sarebbe un po’ più piccolo. E io sono fiero di appartenere a una famiglia, come quella della mia cara amica Isabella Rossellini, che ha portato una fetta di immaginario collettivo, da Un americano a Roma, Guardie e ladri e tutti i film che abbiamo fatto insieme, anche con papà. Sono fiero di esser stato il figlio di Steno e il fratello di Carlo, e che il pubblico italiano ci ha voluto bene, noi lo abbiamo amato moltissimo.

LEGGI ANCHE: David di Donatello 2023, David Speciale a Enrico Vanzina

Stamattina il Presidente citava una frase di Antoine de Saint-Exupéry che diceva che chi vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero, io immagino il viaggio della mia famiglia come un viaggio nella leggerezza. Il giorno dei funerali di mio fratello, Gigi Proietti – che ho tanto amato e che conobbi quando scrissi Febbre da cavallo – disse che la leggerezza spesso non è superficialità, e quando non lo è, ce lo insegna Mozart, è la cosa piu bella del mondo.

E ancora:

Volevo ringraziare anche Alberto Lattuada che è stato il primo regista a credere in me, Goffredo Lombardo, il primo produttore a credere in me, Carol Levi, che mi ha voluto tanto bene, mia mamma che non voleva che facessi il cinema, e le ho dimostrato il contrario, e poi mia moglie che non si è mai impicciata di cinema e mi ha insegnato il senso della vita.