Fight Club, Palahniuk approva il cambio del finale deciso in Cina

La versione censurata sarebbe più rispettosa secondo l'autore del romanzo

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Chuck Palahniuk Fight Club

In questi giorni, per l’ennesima volta, si è tornato a parlare di censura in Cina. Nel caso specifico per il cambio del finale cui è stato sottoposto il Fight Club di David Fincher in occasione del suo arrivo nel catalogo della piattaforma di streaming Tencent. Una scelta che ha indignato i tanti appassionati del cult del 1999, tranne uno, forse il più imprevedibile: l’autore del romanzo alla base del film, Chuck Palahniuk, che nella dichiarazione raccolta da EW di fatto approva la diversa conclusione del film e se la prende con tutt’altre “revisioni”.

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Alla base della decisione in oggetto, l’evidente necessità di ribadire che “il crimine non paga” e che non si va contro l’ordine costituito. Concetti piuttosto in antitesi con il carattere anarchico e ribelle dei protagonisti, ma che non hanno disturbato particolarmente lo scrittore statunitense, che nella sua newsletter su Substack ha scritto: “Have You Seen This Sh*t? This is SUPER wonderful! Everyone gets a happy ending in China!”, citando poi il cartello con il nuovo finale e commentando “Fantastico. Non ne avevo idea! La giustizia vince sempre. Non è mai esploso niente”.

Questa la risposta di Chuck Palahniuk a Entertainment Weekly:

“L’ironia è che il modo in cui i cinesi l’hanno cambiato allinea quasi perfettamente il finale con quello del libro, al contrario del finale di Fincher, che era quello visivamente più spettacolare. In un certo senso, i cinesi hanno un po’ riportato il film al libro”.

Che ovviamente non finisce come raccontato al pubblico cinese, ma – consentendoci un possibile SPOILER, ma di un romanzo datato 1996, perciò di quasi 30 anni fa – con l’assassinio del suo alter ego da parte di Tyler Durden, che effettivamente finisce per essere ricoverato in un ospedale psichiatrico, dove però ritrova alcuni dei suoi seguaci, dipendenti della struttura, e culla la speranza di ricominciare tutto.

Al netto dell’indignazione scatenatasi in rete, dove il nuovo finale è divenuto virale, e delle comprensibili reazioni, vista soprattutto la recidiva da parte della Cina non nuova ad ‘attenzioni’ simili nei confronti del cinema, dà da pensare l’ulteriore commento di Palahniuk, che ha concluso:

“Quello che trovo davvero interessante è che i miei libri siano pesantemente banditi negli Stati Uniti. Il sistema carcerario del Texas si rifiuta di accogliere i miei libri nelle sue biblioteche. Molte scuole pubbliche e la maggior parte delle scuole private si rifiutano di accettare i miei libri. Ma è un problema solo quando la Cina cambia la fine di un film? È da molto tempo che sopporto la messa al bando dei libri”. E ancora: “Molti dei miei editori esteri hanno modificato il romanzo in modo che il romanzo finisse come il film. Di fatto sono circa 25 anni che ho a che fare con questo tipo di revisioni”.