House of the Dragon meglio di Il trono di spade, almeno nelle due scene criticate da George R.R. Martin

L'autore della saga rivela i suoi momenti peggiori di Game of Thrones

0
House of the Dragon - George R.R. Martin

Con un budget di circa 20 milioni di dollari a episodio, tutto diventa più facile… Anche consolare George R.R. Martin delle delusioni patite nella precedente Il trono di spade. Dopo l’uscita negli Stati Uniti del terzo episodio di House of the Dragon, l’autore della saga ha commentato (o meglio criticato) alcune scene, tornando su quanto visto nel precedente Game of Thrones. Una serie che ha fatto storia, e della quale l’attuale prequel sembra poter fare meglio.

LEGGI ANCHE: House of the Dragon, discendenza e successione nel terzo episodio (CLIP)

Certo, è ancora presto per dirlo e al momento sono solo due le scene sulle quali si è concentrato Martin, che però ha definito come “la meno preferita di tutte le otto stagioni” quella della caccia di Re Robert Baratheon nella prima di esse.

“Quattro tizi che camminano attraverso i boschi con delle lance mentre Robert prende in giro Renlyha sintetizzato lo scrittore, per poi sviluppare il concetto. – Nel libro, Robert va a caccia, e noi apprendiamo che è stato incornato da un cinghiale, lo riportano indietro e muore”. Dopo aver sottolineato di non aver mai scritto una scena di caccia, Martin spiega: “sapevo com’era una caccia reale. Ci sarebbero stati un centinaio di persone. Ci sarebbero stati dei padiglioni. Ci sarebbero stati dei cacciatori. Ci sarebbero stati i cani. Avrebbero suonato i corni! Non avrebbe semplicemente camminato attraverso i boschi con tre dei suoi amici che impugnavano le lance sperando di incontrare un cinghiale”.

LEGGI ANCHE: House of the Dragon, il futuro del franchise dopo l’addio dello showrunner

Della prima stagione è anche la seconda scena ‘incriminata’ – che vi mostriamo di seguito, insieme alla precedente – per fortuna ‘emendata’ dal torneo visto nella première di House of the Dragon. A causa di limitazioni di budget, il torneo del quinto episodio è stato realizzato in maniera molto più spartana di quanto immaginato in origine, del “Super Bowl of Westeros” che sognava Martin.

“Ci sono stati un certo numero di punti che dovevamo ridurre, e il torneo delle giostre era uno di questi – sono state le sue parole. – Un torneo nel Medioevo, sponsorizzato dal re e dalla Capitale, era una cosa enorme. E [il co-produttore esecutivo Bryan Cogman] ha scritto una versione fedele [nella sceneggiatura originale]. C’erano dozzine di cavalieri, otto giostre diverse, un senso di sfarzo e concorrenti che si alzavano e si abbassavano e la gente comune che scommetteva. Avremmo dovuto essere grandi almeno quanto Il destino di un cavaliere, ma non siamo riusciti nemmeno a raggiungerlo”.

“Comunque, ho pensato che funzionasse abbastanza bene”, ha concesso alla fine, ricordando che “La morte di Ned Stark non avrebbe potuto essere fatta meglio” e come gli showrunner David Benioff e Dan Weiss fossero riusciti ad aggiungere nuovi livelli ad alcuni personaggi, come Cersei Lannister.

Di seguito, le due scene citate:

L’appuntamento è tutti i lunedì su Sky Atlantic, per dieci settimane, con la versione originale sottotitolata in contemporanea assoluta con gli USA alle 3:00 del mattino e in replica alle 22:15, seguita il lunedì successivo dalla versione in italiano alle 21:15. Sempre in doppio audio, i dieci episodi saranno disponibili anche on demand e in streaming su NOW.