Indiana Jones, James Mangold: «Harrison Ford è il motivo per cui questo film esiste»

A Cannes 2023 Harrison Ford e il regista James Mangold parlano del capitolo finale del franchise e del futuro 

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La palma d’oro alla carriera per Harrison Ford è arrivata ieri sera, prima della presentazione del quinto e ultimo capitolo della saga di Indiana Jones, che da oltre quarant’anni affascina generazioni di fan. Al 76° Festival di Cannes Ford e il regista James Mangold parlano del film e del futuro che l’attore si aspetta.

In Indiana Jones e il quadrante del destino Harrison Ford veste per l’ultima volta i panni dell’archeologo più famoso e amato al mondo e tutto quello che l’attore commosso riesce a dire in merito a questa esperienza è: “è stato indescrivibile!”.

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Ford è Indiana e tanto lui quanto la produttrice per la Disney, Kathleen Kennedy, sono certi di una cosa: non ci sarà un altro capitolo con lui nei panni di Jones. E quando una giornalista gli chiede perché, Ford non ha bisogno di molte parole per spiegarlo: “non è evidente?”, chiede l’attore sorridendo, ma poi aggiunge: “ho bisogno di sedermi un attimo e riposare un po’. Io amo lavorare e amo questo personaggio e ciò che ha portato nella mia vita”.

Indiana Jones e il quadrante del destino però non segna solo il grande e conclusivo ritorno di Ford, ma promette anche di mettere a segno un nuovo successo per il franchise. Cosa non scontata per un progetto così ambizioso e tanto carico di aspettative come è stato questo.

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Rispetto alla scommessa e alla responsabilità di girare un nuovo Indiana Jones il regista James Mangold racconta di essere stato da subito consapevole che “una delle cose più importanti del lavorare con Harrison, oltre al fatto che è una grande star, è che lui è un vero attore, cerca sempre ciò che vuole andare ad interpretare nella sceneggiatura e ciò che ha trovato è il motivo per cui questo film esiste, al di là delle ovvie ragioni di mercato. Quello che lui ha realizzato con il suo personaggio è ciò che mi ha emozionato più di tutto. È una grande opportunità per un regista ed è la ragione principale per cui ho accettato questo lavoro”.

In Indiana Jones e il quadrante del destino Harrison Ford non solo interpreta il suo personaggio ai giorni nostri, ma, grazie ai prodigi della computer grafica, torna indietro nel tempo ringiovanito di circa 35 anni. “La tecnologia si è evoluta e persino per me il risultato finale è molto realistico, io so che quella è la mia faccia, è esattamente come apparivo 35 anni fa. Ma resta un trucco per dare supporto al racconto, non è reale. Sono molto felice del risultato visivo, ma questo non mi fa desiderare di tornare giovane, perché non lo sono più”.

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Infatti, a differenza del suo Indiana, Ford con sincero orgoglio, passati gli ottanta, ma ancora in splendida forma e con una lunghissima e gloriosa carriera alle spalle, sente di poter dire scherzosamente: “Io sono davvero felice della mia età. È stato bello essere giovane, ma tra un po’ potrei essere morto e invece sto ancora lavorando”.

La verità è che Harrison Ford ha sempre avuto le idee chiare su questo film e sul suo personaggio ai giorni nostri: “Volevo vedere un buon film – dice l’attore – che fosse coerente con tutti gli altri. Volevo vedere il peso della vita su quest’uomo che dipende così tanto dal vigore della sua giovinezza. Volevo che si reinventasse e volevo che avesse una relazione profonda con qualcuno”.

È una fine ma anche un inizio, perché, staccandosi un attimo dal suo personaggio, Harrison Ford spiega di non aver affatto concluso la sua carriera. “Amo lavorare e voglio continuare a farlo. Voglio raccontare storie, buone storie