Tra le poche star a non essere presente su Instagram, Jennifer Lawrence lavora ‘nell’ombra’ ai suoi prossimi progetti. Dei quali parla ampiamente sulle riviste, come Vogue, che ha appena pubblicato una sua interessante intervista nella quale presenta sia il Causeway (pronto per il Festival di Toronto) che definisce “molto personale“, sia il Sue di Paolo Sorrentino, che inizierà a girare l’anno prossimo, dopo esser stata sul set di un film ancora non annunciato questo inverno.
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Stando a Imdb, la vedremo prossimamente imprenditrice bio-tech sul set del Bad Blood di Adam McKay e del No Hard Feelings di Gene Stupnitsky, una “commedia in stile Harold e Maude basata su una pubblicità su Craigslist in cui una mamma cercava qualcuno che uscisse con suo figlio prima che andasse al college”. Ma – se tutto andrà come da programma – sempre dopo il biopic del nostro regista sulla manager Sue Mengers, del quale si è assicurata i diritti la Apple.
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Come detto, l’inizio riprese sembra essere previsto per la prima parte del 2023, tra davvero pochi mesi. Un calendario fitto, per l’attrice, che presto vedremo nei panni della soldatessa statunitense che torna nella natale New Orleans dall’Afghanistan dopo aver subito una lesione cerebrale traumatica in Causeway. Che evidentemente affronterà i temi dei traumi infantili e della maternità, come accenna la stessa Lawrence.
“L’arte il più delle volte riguarda la propria madre, – ha detto a Vogue. – Esito a dirlo perché odierei che qualcuno tornasse indietro a guardare i miei film o questo film, in particolare, e penso che questo sia il modo in cui sto dipingendo mia madre. Mia madre è una persona meravigliosa. Ma questo non significa che non ci siano ancora cose della mia infanzia su cui sto lavorando”. “Mi spaventa parlare della maternità – continua, – perché è diversa per ciascuno”.
“Mi emoziono ogni volta che guardo il film”, ha confessato, riflettendo sulla possibilità di uscire da certe dinamiche ora che è diventata madre lei stessa… “La sua incapacità di impegnarsi in una cosa o nell’altra a causa di ferite interne, completamente invisibili ma enormi” è uno degli elementi del personaggio con i quali ammette di essersi connessa, per averli vissuti “in quel momento specifico della mia vita”. “Mi stavano succedendo così tante cose in quel momento che non me ne rendevo conto. Fino a quando non sono tornata, incinta, sposata e ho fatto [il film]”, ha aggiunto.
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Ma nella lunga intervista, si spazia anche sulla politica e l’impegno civile, sempre più imprescindibili per Jennifer Lawrence (“devi essere politico”). Qualcosa che l’ha divisa dal padre e dalla sua famiglia, in passato e dopo l’elezione di Donald Trump: “Ho lavorato duramente negli ultimi cinque anni per perdonare mio padre e la mia famiglia e cercare di capire”.
Temi molto caldi, come il diritto delle donne all’aborto e a un equo trattamento economico, sono l’occasione per raccontare dell’interruzione di gravidanza avuta a 20 anni e tornare sui diversi compensi avuti rispetto a quelli dei colleghi Christian Bale, Bradley Cooper o Leonardo DiCaprio (in Don’t Look Up): “Non importa quanto faccio. Non verrò comunque pagato tanto quanto quel ragazzo, a causa della mia vagina?”, si chiede.
Qui l’intervista completa di Jennifer Lawrence a Vogue