Maschile plurale, Michela Giraud e il cast nelle foto e il trailer del sequel

In sala la continuazione del film di Alessandro Guida

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Maschile plurale

Dopo il Maschile singolare del 2021, da sempre particolarmente attenta alle tematiche di inclusività e alla diffusione di prodotti capaci di stimolare riconoscibilità nel pubblico, Fabula Pictures presenta Maschile plurale, sequel ideale di quel film, portando la storia “a un livello superiore” e la nuova fatica di Alessandro Guida in sala, dove sarà distribuito da QMI a partire dal 15 febbraio.

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A tre anni dalle di distanza dalla scomparsa di Denis, ritroveremo Antonio (Giancarlo Commare) e Luca (Gianmarco Saurino) cresciuti e cambiati, ma entrambi ancora profondamente segnati dalla perdita dell’amico. Ma nel film prodotto da Fabula Pictures e Rufus Film in collaborazione con Prime Video con il contributo del Ministero della Cultura (DGCA) ci saranno anche Michela Giraud e tanti nuovi volti, tra cui Andrea Fuorto, Francesco Gheghi, Giulio Corso, Nicole Rossi, Claudio Colica e Lidia Vitale, come vediamo nelle foto che seguono.

 

 

Maschile plurale, trama

Tre anni dopo la morte di Denis, l’amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita.
Quando i due si ritrovano, Antonio – la cui vita sentimentale stenta a decollare – capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l’amico è stato costretto a vendere. Un’avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l’amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un’illusione?

Questa la presentazione del regista, Alessandro Guida:

Maschile plurale nasce come una sfida: poter realizzare un sequel migliore del primo, Maschile singolare. E viene anche dichiarato nel film: facendo un paragone tra cinema e amore, una delle protagoniste, Cristina, afferma che i sequel sono sempre peggiori del film originale. Come una grande storia d’amore che è stata vissuta in modo intenso ma che è finita: non può tornare, non può essere vissuta una seconda volta. In amore non ci sono seconde occasioni, il passato non ritorna: sono tutte “minestre riscaldate”. Il nostro protagonista, Antonio, non è d’accordo e per questo motivo tenta una seconda chance con Luca, con il quale nel primo film ha avuto solo una breve relazione sfortunatamente sfociata nell’incomprensione e nella gelosia. Questa volta Antonio vuole trasformare una ritrovata amicizia in un vero e proprio rapporto d’amore. Ecco che l’intento del protagonista coincide con il mio da regista. Da parte mia, infatti, non c’è solo la volontà di proseguire il racconto dei personaggi del primo film che qui ritroviamo dopo tre anni, ma c’è l’urgenza di approfondire i loro caratteri per mostrarne cambiamenti, crescita, delusioni: emozionando il pubblico con un lungometraggio ancora più spettacolare e coinvolgente. Molti spettatori del primo film, anche lontani dal personaggio di Antonio, si sono riconosciuti nel suo percorso: un uomo che perde l’amore di una vita e che comprende che, prima di ricercare una nuova persona da amare, deve imparare ad amare se stesso. In questo secondo capitolo, empatizzeranno con Antonio rispetto alla sua scelta di lottare per riavere Luca. Molti – non solo i nostalgici – saranno d’accordo con il protagonista. In amore, le seconde occasioni esistono. Lo stile di regia adottato è simile a quello del primo film: ovvero una regia invisibile. Non far mai sentire la macchina da presa allo spettatore, niente deve distrarlo dalla narrazione della storia di Antonio. Pochi dettagli, al centro dell’inquadratura solo la figura umana del protagonista e di chi desidera o lo affianca. I movimenti di macchina sono giustificati solo dalle azioni, emozioni e sguardi dei personaggi, per questo la scelta di utilizzare lenti con fuoco molto selettivo, per sottolineare la distanza tra i nostri protagonisti e l’ambiente circostante. Anche il montaggio segue lo stesso ritmo del battito del cuore del nostro personaggio principale. Preciso e regolare nei momenti di calma e divertimento con gli amici, veloce e alternato quando Antonio progetta e immagina il proprio futuro; piani sequenza senza stacchi per soffermarci insieme a lui sulla situazione che sta vivendo; improvvisi “scavalcamenti di campo” quando il suo cuore si ribella e va in controtendenza al suo pensiero. Come le riprese anche i colori, la fotografia, la scenografia, le musiche sono complementari e mimetiche, così da accompagnare la scena, l’atmosfera, mai sottolinearla. Il film è stato girato – come il primo – nel quartiere di Testaccio, romantico ma allo stesso tempo urbano e dinamico. Raccontiamo sempre la comunità LGBTQ+ della Capitale in modo contemporaneo ed originale, mostrando anche nuove realtà sociali appena nate come il Rifugio: una casa-famiglia per giovani ragazze e ragazzi. Maschile plurale è una commedia romantica che bilancia battute e situazioni molto divertenti a momenti più intimi e passionali, senza paura di mettere i protagonisti a nudo.