Nonostante Mindhunter vanti l’apprezzamento praticamente unanime da parte di pubblico e critica, una terza stagione dello show sembra sempre più improbabile. La serie con Jonathan Groff, Holt McCallany e Anna Torv era stata messa in pausa fino a data da destinarsi dopo due stagioni. Ora arrivano brutte notizie per i fan.
David Fincher, regista, showrunner e produttore della serie, ha dichiarato durante un’intervista: “Abbiamo vissuto a Pittsburgh per quasi tre anni. Non tutto l’anno o in modo continuativo, ma probabilmente sei o sette mesi all’anno. Mindhunter è stato molto per me. Quando ho finito la seconda stagione ero piuttosto esausto e ho detto ‘Non so se attualmente sono in grado di ritornare immediatamente al lavoro e pensare alla terza stagione“.
Ted Sarandos e Cindy Holland, a capo di Netflix, gli hanno quindi chiesto se c’erano altri progetti a cui voleva dedicarsi e ha parlato di Mank.
Fincher ha così spiegato: “Per gli ascolti che aveva era uno show davvero costoso. Abbiamo parlato e detto ‘Finiamo Mank e poi vedrai come ti senti’. Ma onestamente non penso che potremo farlo in modo meno costoso rispetto alla seconda stagione. E bisogna essere realisti: i dollari devono avere un corrispettivo negli spettatori“.
Insomma, Mindhunter è troppo complesso e troppo costoso rispetto al pubblico che porta alla corte di Netflix e riducendo i costi Fincher non crede di poter realizzare lo show.
La speranza però è l’ultima a morire: un portavoce di Netflix ha ammesso che il progetto non è stato ancora del tutto cancellato e in futuro Mindhunter potrebbe tornare, aggiungendo anche “forse fra 5 anni“.