IL FESTIVAL DI CANNES FESTEGGIA I 70 ANNI DEL BIKINI

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Hashtag “nonsoloimpegno”: il festival di Cannes, classe 1946, festeggia un vecchietto arzillo come lui: il bikini. Anche se antesignani si vedono nei mosaici romani di Villa del Casale, a Piazza Armerina, in Sicilia, fu brevettato nell’estate di quell’anno da Louis Réard un ingegnere automobilistico francese di 49 anni, trasformatosi in sarto quando ereditò la ditta di lingerie di sua madre, che era a un passo dalle Folies Bergère. Era così in anticipo sulla morale dei tempi che per la presentazione ufficiale del 5 luglio (alla Piscine Molitor di Parigi, altra inestricabile connessione cinematografica: ricordate Vita di Pi di Ang Lee?) non trovò nessuna modella disposta ad indossarlo e dovette ricorrere a una spogliarellista del Casino de Paris, Micheline Bernardini, 18 anni, una Dita von Tease dell’epoca. Il primo modello misurava 194 centimetri quadrati e fu chiamato Bikini, dal nome dell’atollo delle isole Marshall in cui pochi mesi prima l’esercito americano aveva condotto esperimenti nucleari con bombe da 23 chilotoni.

Micheline Bernardini tentò anche una carriera di attrice, ma senza troppo successo, per cui il festival ha buon gioco nel celebrare come madrina ufficiosa la giovane Brigitte Bardot in posa sulla spiaggia di Cannes del 1953, sesta edizione, ben 4 anni prima di mostrarlo anche agli spettatori di tutto il mondo in E Dio creò la donna che provocò scandalo ma aiutò a lanciarlo anche nei puritani Usa, che presto gli dedicarono un inno: Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polkadot Bikini, cantato dal sedicenne Brian Hyland (in italiano Pezzettini di bikini, con le ultime strofe addirittura in tema cinematografico. “Quel bikini a pezzettini/ che fortuna le portò/ un regista la vide/per un film la scritturò”).

Poi arrivarono anche la Bond girl Honeychile Rider, cioè Ursula Andress che usciva dall’acqua come la Venere del Botticelli con tanto di coltello legato alla coscia. Fu replicato pari pari 40 anni dopo da Halle Berry, ma quei pochi centimetri di stoffa originali sono così preziosi che furono venduti all’asta nel 2001 per 61,500 dollari. E come dimenticare Loana, cioè Raquel Welch col suo preistorico modello di pelliccia in Un milione di anni fa? E poi tutte le altre, restate nella storia del cinema e no.

Marco Giovannini