Past Lives, il passato incontra il presente nei sentimenti di Celine Song

Past Lives, candidato coreano all’Oscar, è un’indagine sulla psicologia del sentimento amoroso

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Past Lives è l’opera prima cinematografica di Celine Song, apprezzata autrice e regista teatrale che, dopo essere stata acclamata al Sundance e alla Berlinale e designata all’Oscar dalla Corea, è ospitata nella sezione Best Of della Festa del Cinema di Roma. Ispirato a una vicenda accaduta alla regista, il film racconta la storia di Nora (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo), amici d’infanzia profondamente legati che si erano separati quando la famiglia di Nora dalla Corea del Sud era emigrata in Canada. Ventiquattro anni dopo i due si ritrovano a New York, dove Nora è sposata con Arthur (John Magaro) e vivono una settimana dove si confrontano sul destino, l’amore e le scelte che segnano il corso della vita.

«Questa è innanzitutto una storia e non un documentario – tiene a specificare la regista, incontrata a Roma da Ciakil film parla della verità su chi sono io veramente, di cosa
sono capaci questi personaggi e cosa scelgono di fare. L’idea del film mi è venuta una sera in cui mi sono trovata in un bar con mio marito e il mio amico d’infanzia che era venuto a trovarmi: ero seduta tra questi due uomini che mi amavano in modi diversi, in due lingue diverse e due culture diverse. E io ero l’unico motivo per cui questi due uomini parlavano tra loro». Il film si apre con l’immagine dei tre al bar, mentre c’è un voice over di persone che s’interrogano su quali siano i rapporti tra loro: «Venendo dal teatro ho chiesto a Greta Lee di guardare in macchina alla fine della scena, rompendo così la quarta parete e chiamando il pubblico a risolvere il “giallo” del film e farsi investigatori dei sentimenti dei protagonisti», conclude l’autrice, mentre John Magaro rivela che «per preservare lo sconcerto del primo incontro tra il mio Arthur e Hae Sung, Celine ha strutturato le prove in modo che noi non c’incontrassimo mai prima del momento in cui Hae Sung suona al campanello di casa dove Arthur vive con Nora. In questo modo abbiamo iniziato a conoscerci solo in quel momento, proprio come i nostri personaggi».

Tra i tanti ruoli interpretati da Magaro quello che l’attore sente a lui più affine è proprio Arthur visto che, dice, «anche io come lui ho sposato una coreano-americana e parlo il coreano in modo approssimativo. Come lui so che non potrò mai davvero far del tutto parte della vita di mia moglie, quindi recitare Arthur è stato catartico».