Settimana Internazionale della Critica – Il programma della 38ma edizione

Annunciati i titoli della sezione autonoma e parallela dell'80ma Mostra del Cinema di Venezia. Si parte con God is a Woman, in concorso per l'Italia il doc About Last Year. Liliana Cavani apre i corti con Incontro di notte.

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«È sempre una questione di sguardo»: così Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della 38ma Settimana Internazionale della Critica (sezione autonoma e parallela della Mostra del Cinema di Venezia, al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2023) ha esordito nel suo intervento tenutosi online (in un’ottica di sostenibilità ambientale, nell’ambito dei percorsi Green elaborati dall’AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema) per descrivere i contenuti di un’edizione che «rimette al centro l’immagine, l’atto del guardare, il fare cinema con tutta la responsabilità che ne deriva».

L’evento, organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, vedrà avvicendarsi 9 lungometraggi, tutte opere prime che, spiega Fiorentino, «rivelano sguardi precisi, furiosi, attenti, accomunati dalla voglia di nuovo e consapevoli di ciò che significa osservare il mondo attraverso un dispositivo e trasferire le immagini su uno schermo».

Apre fuori concorso God Is a Woman di Andrés Peyrot (Francia/Svizzera/Panama), dove a partire dal ritrovamento di un filmato in cui sono mostrate le tradizioni del popolo Kuna, si compie «un’appassionante riflessione sulla responsabilità del fare cinema, sull’appartenenza, sul senso di comunità. Un film che decolonizza lo sguardo e ragiona sul potere dell’immagine». In competizione per l’Italia c’è About Last Year di Dunja Lavecchia, Beatrice Suranoe Morena Terranova, «un documentario affettuoso, un coming of age, un canto alla vita», attraverso le vite di tre giovani donne, per un «cinema di sguardo puro, libero e fieramente indipendente».

Un’immagine di About Last Year, il doc italiano in concorso alla SIC 2023.

Due i titoli in gara per il Regno Unito: Hoard (UK) di Luna Carmoon, definito da Fiorentino un esordio «spiazzante e travolgente», dove attraverso il realismo magico si parla di «trauma come rifugio» e di «accumulo come estremo atto d’amore». L’altro film britannico è Sky Peals, debutto dell’anglo-pakistano Moin Hussain, un’opera politica dove la ricerca di un padre scomparso schiude «segni e spazi da decifrare per raggiungere una nuova consapevolezza e per costruire un’identità unica e propria».

Dalla Germania arriva Life is not a Competition but I’m Winning di Julia Fuhr Mann: «Un oggetto alieno», ha detto Fiorentino, dove «immagini di oggi e di ieri riscrivono la narrazione sportiva ufficiale che vuole gli atleti vincitori o vinti. Una visione queer oltre le convenzioni, oltre le etichette e le categorie», con echi di Riefenstahl e Fassbinder. Tra Lee Chang-Dong, Diao Yinan e Wong Kar-Wai si muove invece il neo-noir post-pandemico Love Is a Gun (Hong Kong/Taiwan) di Lee Hong-Chi, presentandoci «destini ineluttabili, redenzioni negate, un ragazzo dal passato burrascoso che non cede alla rassegnazione».

Le immagini registrate dai telefonini vietati delle detenute di un carcere cileno (in)formano invece Malqueridas (Cile/Germania) di Tana Gilbert: «Storie di sorellanza e tradimento, di maternità negata, di amore vita e morte, la concezione di uno spazio e di un tempo “altro”, l’immagine verticale a bassa definizione come gesto di auto-affermazione», sintetizza la Delegata della SIC.

Si ispira a una novella di Tolstoj il francese The Vourdalak di Adrien Beau, dove il viaggio di un giovane marchese nella terra degli omonimi morti viventi assetati di sangue è filmata «in un’abbacinante 16mm», offrendoci un lavoro «antico e contemporaneo», politico e artigianale, tra riferimenti cinefili e morte del patriarcato. Chiude fuori competizione Vermin (Francia/Marocco) di Sébastien Vaniček, che unisce intrattenimento e lucida messa a fuoco del presente, con ragni infestanti che allegorizzano il neo-capitalismo e la marginalità delle banlieues trattata senza cliché.

I lungometraggi concorreranno al Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e i sette titoli in gara si contenderanno il Gran Premio IWONDERFULL assegnato da una giuria internazionale, il Premio del Pubblico The Film Club assegnato dagli spettatori in sala, il Premio Circolo del Cinema di Verona e il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico.

Si festeggia poi il 50mo anniversario del SNCCI con l’evento speciale fuori concorso (in collaborazione con la Mostra del Cinema e le Giornate degli Autori) Passione critica, doc di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi (da un’idea di Cristiana Paternò) dove si esplora il rapporto tra critica e autori tramite testimonianze e materiali d’archivio.

Annunciati anche i corti di SIC@SIC (in collaborazione con Cinecittà), la cui selezione è aperta da Incontro di notte di Liliana Cavani, grande ospite di Venezia 80 che le conferirà il Leone d’oro alla carriera. Si prosegue con De l’amour perdu di Lorenzo Quagliozzi (Italia), Foto di gruppo di Tommaso Frangini (Italia), It Isn’t So di Fabrizio Paterniti Martello (Italia), La linea del terminatore di Gabriele Biasi (Italia), Las memorias perdidas de los árboles di Antonio La Camera (Italia/Spagna), Pinoquo di Federico Demattè (Italia), We Should All Be Futurists di Angela Norelli (Italia). In chiusura (fuori concorso) abbiamo Tilipirche di Francesco Piras. In palio il Premio al Miglior Cortometraggio (offerto da Frame by Frame), alla Miglior Regia (da Stadion Video) e al Miglior Contributo Tecnico (da Fondazione Fare Cinema).