2. Il metodo Tom Cruise
Solo candidato al Premio Oscar per il Miglior attore protagonista (dove venne superato dal Daniel Day-Lewis di Il mio piede sinistro), Tom Cruise superò la concorrenza degli altri candidati al ruolo Sean Penn, Charlie Sheen e Nicolas Cage preparandosi per un anno prima delle riprese e di poter interpretare il Ron Kovic protagonista. Al punto da usare il più possibile la sedia a rotelle, come lui, anche a casa propria, fuori dal set, per tutta la durata delle riprese, soprattutto delle scene dopo il ferimento del militare in Vietnam.
Un lavoro fondamentale, che sicuramente lo ha aiutato fino all’ultima scena girata, quella – in extremis, con il sole quasi tramontato – della lotta tra Ron e Charlie (Willem Dafoe).
3. Otto nomination, due Premi Oscar
Con quella di Tom Cruise, furono otto le nomination ai Premi Oscar del 1990 ricevute dal film… Quelle per il Miglior film (a A. Kitman Ho e Oliver Stone), per la Migliore sceneggiatura non originale (a Ron Kovic e Oliver Stone), per la Migliore fotografia (a Robert Richardson), per il Miglior sonoro (a Michael Minkler, Gregory H. Watkins, Wylie Stateman e Tod A. Maitland) e per la Miglior colonna sonora (l’immancabile John Williams). Oltre alle due nelle categorie della Migllor Regia e del Miglior Montaggio che, invece, vennero dominate – rispettivamente – da Oliver Stone (che ricevette la statuetta dal suo ex insegnante di cinema Martin Scorsese) e David Brenner e Joe Hutshing
ERRORI, CURIOSITÀ SUL SET E IL CAMEO PIÙ IMPREVEDIBILE >>>