Cobra Kai 5, la recensione

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Oggi è stata distribuita su Netflix la quinta stagione di Cobra Kai, la serie sequel/spin-off della saga di The Karate Kid. Gli episodi in totale sono dieci e la storia riparte dalla quarta stagione, uscita lo scorso inverno, che era terminata con il verdetto della finale del Torneo All Valley ossia con la vittoria del Cobra Kai. Un trionfo che era stato facilitato dalla corruzione di un arbitro, scoperto dalla vincitrice Tory, da parte del villain Terry Silver che nel frattempo si era sbarazzato anche del suo miglior amico John Kreese arrestato ingiustamente per aver aggredito un allievo. Gli ultimi momenti di Cobra Kai 4 mostravano Daniel LaRusso e Johnny Lawrence riappacificarsi e chiudere, come da accordi con i loro rispettivi antagonisti, il Miyagi-do Dojo

IL MARCHIO DI FABBRICA È LA NOSTALGIA

Come già visto in questi ultimi anni Cobra Kai punta molto sui camei e sulla nostalgia. Anche nella quinta stagione non mancano vecchi personaggi della saga di Karate Kid che tornano nella storia facendo felici tutti i vecchi fan. Si aggiunge al cast, come visto dalle foto promozionali, Sean Kanan che riprende il ruolo di Mike Burns. L’attore, che ha sempre manifestato la sua voglia di tornare ad interpretare uno dei personaggi che lo ha reso più celebre, riporta sullo schermo il Karate’s Bad Boy di Karate Kid 3 in una chiave diversa che non deluderà sicuramente gli spettatori.

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Non è l’unico ritorno importante, ma ovviamente non possiamo anticiparlo per evitare spoiler. La bellezza di Cobra Kai 5 per i nostalgici risiede anche nel vedere tutti i principali villain della saga di Karate Kid riuniti insieme: Johnny Lawrence, Chozen, Mike Burnes, Terry Silver, Kreese sono tutti presenti e interagiscono continuamente, anche se il più delle volte tra di loro non si conoscono, in quanto i loro rapporti con Daniel LaRusso si sono svolti in film diversi.

LA SOLITA CONFERMA

Nel complesso Cobra Kai 5 non è una stagione noiosa ma in alcuni punti pecca di ripetitività. Alcuni rapporti sono state già abbondantemente sviluppati, Miguel e Sam su tutti, e riproporli di nuovo con le solite dinamiche desta perplessità. La serie può dividersi in due parti: la prima fino al sesto episodio, dove è una continua ricerca da parte di Daniel LaRusso di cercare il punto debole di Terry Silver, e la seconda invece con molta più azione  e un finale molto diverso rispetto a quello delle passate stagioni che aprirà sicuramente nuove dinamiche.

Il difetto principale della quinta stagione è non dare grande spazio alle new entry come nel caso di Alicia Hannah-Kim, che interpreta la nuova severa sensei Kim Da-Eun, che porta al Cobra Kai gli insegnamenti di suo nonno, maestro di Terry Silver. Buona performance invece per Dallas Dupree Young, che esordì nella quarta stagione nei panni dell’adolescente Kenny Payne, che si appresta a diventare il nuovo leader. Dei giovani protagonisti, a cui oramai sono tutti molto legati, a vincere è Tori che, grazie all’ interpretazione di Peyton List, si conferma essere uno dei personaggi migliori di tutta la serie. Tra i veterani menzione speciale per William Zabka che è presente in tutti gli episodi ma entra in gioco solamente dal sesto in poi per come lo conosciamo ed è uno dei motivi per cui il pubblico segue ancora Cobra Kai.

RASSEGNA PANORAMICA
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