“IL TRONO DI SPADE 6 – NO ONE”: LA RECENSIONE

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER

Se amate il cinema splatter No One è l’episodio perfetto per voi, chi invece apprezza altri generi di narrazione si consoli pensando che il titolo della prossima puntata è The battle of bastards. Un nome, una garanzia.

Non volendo essere troppo negativi, possiamo dire che l’ultima puntata dello show di Hbo andata in onda è senza infamia e senza lode. Si chiudono alcune storyline di dubbio interesse mentre lo spettatore è intrattenuto da qualche spargimento di sangue e varie citazioni cinematografiche più o meno esplicite. Si comincia con Arya che ferita e spaventata si rifugia da Lady Crane, un’ottima attrice con un talento per la chirurgia complice il suo carattere fumantino e degli uomini infedeli. La donna si vanta di aver aggredito e poi curato molti dei suo compagni in una scena che ricorda Chicago. Avete presente la sequenza in cui Catherine Zeta-Jones balla e canta insieme alle altre detenute raccontando gli efferati omicidi per cui sono state condannate? A Westeros questo genere di problemi si risolve senza passare per un tribunale. Paese che vai, usanza che trovi.

L’indice di mortalità nei Sette Regni resta sempre molto alto grazie anche a persone come Il Mastino. L’uomo armato di ascia si vendica degli assassini che hanno ucciso i suoi pacifici compagni. Qualche battuta da duro e alcune teste volanti segnano una svolta da B movie dello show non troppo inaspettata, conoscendo il personaggio. Qualcosa di simile accade anche ad Approdo del Re dove lo zombie body guard di Cersei decapita uno dei fanatici religiosi del posto. «I choose violence», dice Lady Lannister giusto qualche secondo prima che la sua situazione peggiori bruscamente. Tommen ha deciso di bandire la brutale pratica della singolar tenzone per processare chiunque di fronte ad una specie di tribunale dell’inquisizione. Condiderazione numero uno: è proprio vero, quando tocchi il fondo puoi sempre iniziare a scavare. Considerazione numero due: per l’alter ego di Lena Headey è una pessima notizia perché ora non potrà sfuggire al giudizio di Alto Passero. Ma forse Cersei ha un asso nella manica.

Nel gioco dei troni si sopravvive solo con l’astuzia e lo sa bene anche Lord Varys. L’uomo lascia Meereen per una missione segreta: essendo a capo di una fitta rete di spie potrebbe sorprenderci presto, è un peccato però che si separi da Tyrion perché i due insieme formano una formidabile coppia comica. A fare compagnia al personaggio di Peter Dinklage restano però Verme Grigio e Missandei. L’imbranato ma divertente tentativo dei tre di familiarizzare, usando vino e barzellette, viene però interrotto dalle sirene d’allarme: la città viene attaccata dagli schiavisti. Quando il trio sembra ormai con le spalle al muro, ecco un rumore sinistro, la stanza trema in pieno stile Jurassic Park e chi si presenta? Daenerys Targaryen. La scena è così telefonata che non è né sorprendente né interessante. Un po’ come la chiusura della storyline di Braavos. Arya ha una grave ferita ma si muove come una ninja durante la sua interminabile fuga dalla terribile Orfana. L’integuimento è una citazione di Terminator 2 – Il giorno del giudizio ma questo gioco de il gatto con il topo è durato così tanti episodi da risultare esasperante. Alla fine la Stark si salva e abbandona il Dio dai mille volti. Ci piace pensare che fosse tutto un piano prestabilito dalla divinità per preparare la ragazza alla battaglia finale, altrimenti saremmo di fronte alla narrazione più sterile della stagione.

A salvare No One sono le sequenze con protagonisti: Jaime e Brienne. Il pathos e la commozione sono palpabili. I due sono amici ma combattono su fronti opposti: la guerriera è in missione per conto di Sansa, deve convincere il Pesce Nero a mandare le sue truppe al Nord cedendo all’assedio dei Lannister. Il piano non va a buon fine e quindi tocca allo Sterminatore di Re trasformarsi per un attimo in Jack Bauer ed usare Edmure Tully per sbloccare lo stallo. La scena è particolarmente degna di nota perché scopriamo qualcosa di più del personaggio di Nikolaj Coster-Waldau: il suo senso dell’onore, del sacrificio ed anche della famiglia. Caratteristiche che lo accomunano al suo nemico, Brynden Tully. Clive Russell ci trasmette tutta la tragedia di quest’uomo costretto a soccombere senza mai perdere la propria fierezza. Morirà proteggendo Delta delle acque, dato che le circostanze e l’età non gli sono favorevoli. Lo vediamo quindi lanciarsi verso l’ultima battaglia, come se fosse Danny Glover in Arma Letale mentre con un sorriso amaro sembra voler dire: «Sono troppo vecchio per queste stronzate». Da applausi.