Mamma contro G.W. Bush, la recensione dello scandalo di Guantanamo

Alla Festa del Cinema una vergognosa storia vera che continua ad accadere

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Mamma contro G.W. Bush

Vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior Sceneggiatura e l’interpretazione di Meltem Kaptan all’ultimo Festival di Berlino, il film di Andreas Dresen sarà prossimamente anche nelle sale italiane, tanto più dopo la felice anteprima offerta dalla Festa del Cinema di Roma, dove il suo Mamma contro G.W. Bush era nel programma della sezione Best of 2022. Una incredibile, surreale e vergognosa storia vera che – per l’ennesima volta – espone la parzialità di un sistema che ci piace definire democratico e giusto, ma che fatica a prescindere dalle piccolezze della nostra (dis)umanità.

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IL FATTO: Rabiye è una normale casalinga turco-tedesca che vive con la famiglia in una casetta a schiera di Brema. Quando, dopo gli attentati dell’11 settembre, suo figlio Murat di 19 anni viene accusato di terrorismo e internato nella famigerata prigione di Guantanamo, Rabiye si trasforma in una madre-coraggio, sempre più coinvolta in una lunghissima battaglia legale per cercare di far valere i diritti umani del ragazzo. Con l’aiuto di un avvocato idealista e grazie alla sua arguta semplicità di madre proletaria, di obiettivo in obiettivo la donna arriva a raccogliere attorno a se un vasto movimento di opinione e a fronteggiare direttamente il presidente americano Bush per difendere la propria causa e del prigioniero, ormai al centro di un intrico di responsabilità che nessuno si assume.

Mamma contro G.W. Bush

L’OPINIONE: E’ facile cadere in errore, e farsi ingannare. Ma non stiamo parlando del “Sutor, ne ultra crepidam!” fatto passare per proverbio tedesco né delle tentazioni del giovane musulmano al centro dell’Odissea (non solo) giudiziaria al centro del film del regista tedesco di Catastrofi d’amore e Settimo cielo. Semmai della facilità con cui si sarebbe portati a leggere il racconto di una storia vera tanto vergognosa e indecente con i toni della commedia. A far sorridere gli eccessi e le ingenuità della madre al centro della bufera, fortunatamente incurante delle regole di uno Stato ipocrita e condizionato dal pregiudizio dei suoi funzionari, alla quale dà vita l’incredibile Meltem Kaptan. La scansione delle decine, le centinaia di giorni passati senza una risposta, a combattere contro i mulini a vento, sono nulla in confronto dei tanti momenti rimasti – giustamente (per motivi narrativi e di opportunità) – fuori dallo schermo, che solo la grande vena della protagonista permette di vivere attraverso di lei. Paradossalmente la ricerca e le immagini riportano spesso il film alla sua natura di opera di finzione, ma è quando la storia lascia spazio all’immedesimazione e alla riflessione dello spettatore che si sprigiona la sua vera potenza. Che è quella di far ragionare sulla disumanità delle condanne sommarie che ci rendono peggiori dei mostri che condanniamo, tanto più quando ci si ricorda che 20 anni dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York, sono ancora 39 le persone trattenute a Guantanamo senza essere state mai processate. Ma anche di farci vivere l’alternanza tra i brevi momenti di serenità e speranza e le troppe delusioni, fino a un “NON happy ending” che lascia l’amaro in bocca dopo la commozione e la vergogna che non può non suscitare la regressione indotta in un uomo adulto da chi continua a proclamarsi civile.

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SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE… Sono molti i film dedicati a emblematici casi giudiziari e famose ingiustizie, dal Fino a prova contraria di Clint Eastwood al Il mio nome è Khan 2010 con Shah Rukh Khan, ma forse quello che meglio rappresenta l’impotenza e la paura nell’avere a che fare con un’accusa infondata e un sistema repressivo e corrotto è il Fuga di mezzanotte del 1978, diretto da Alan Parker.

Mamma contro G.W. Bush

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
mamma-contro-g-w-bush-la-recensione-dello-scandalo-di-guantanamoGermania/Francia 2022. Regia: Andreas Dresen. Con: Meltem Kaptan, Alexander Scheer, Abdullah Emre Öztürk, Nazmi Kirik, Charly Hübner, Safak Sengül. Durata: 1h 58’. Distribuzione: Wanted Cinema