Sitges 2023, Pedro Alonso tra Awareness e Berlino: «Ero un soldato romano» in un’altra vita

Con l'attore spagnolo parliamo di film, progetti e di vite precedenti

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Pedro Alonso Awareness Sitges 2023

Quello presentato al SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya 2023 è uno sci-fi molto particolare, disponibile su Prime Video dall’11 ottobre, e non solo per la varietà di temi e spunti che il regista Daniel Benmayor ha voluto fondere nel suo Awareness, ma soprattutto per la presenza di Pedro Alonso in un ruolo molto diverso da quello che il 29 dicembre lo riporterà verso la concorrente Netflix per il Berlino che i tanti fan della Casa di carta attendono da tempo.

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Un personaggio del quale ha parlato lui stesso, intervistato dopo l’anteprima del film al festival spagnolo, sottolineando quali si augura siano i punti in comune con il più spietato personaggio del gelido ladro che lo ha reso famoso al grande pubblico. Un soggetto molto diverso, quasi avulso in un contesto che l’attore mette in relazione con la mitologia, tema che lo appassiona da sempre – come la pittura – e che ha messo al centro del suo libro Storia di Filippo (edizioni 2020) che lo lega indissolubilmente al nostro Paese e alla storia dell’antica Roma

L’intervista esclusiva a Paco Alonso per Awareness:

 

Qui la traduzione in italiano:

E’ chiaro il riferimento agli ultimi personaggi “subdoli” che ho interpretato, ma a me piace giocare sul filo del paradosso. Quando pensi che il personaggio sia uno spietato, un contorto e improvvisamente mostra una sua tenerezza. Quella è la zona che mi interessa, nella quale la vita gioca e non è né bianca né nera. In questo caso, per quanto io non sia un attore impegnato a fare ogni volta una cosa diversa – cerco di sentire che quello faccio sia quello che devo fare, che ci sia una ragione per farlo – è vero che mi ha sorpreso che [Daniel Benmayor] mi abbia offerto di interpretare questo padre: un tipo tanto malconcio, alcolista, che in molti momenti sfiora il patetico. Il contrario completo dell’Alfa.
Il film mi pareva molto interessante per il suo radicamento, il contatto con l’aspetto emotivo. Considerate le produzioni di grande struttura con le quali ho lavorato, improvvisamente il mio compito era di oliare il meccanismo, perché non si perdesse l’umanità. E il copione mi è piaciuto molto quando l’ho letto, aveva una vocazione all’intrattenimento pazzesca.
Però per me le storie di fantascienza si avvicinano un po’ alla mitologia, e questo mi piace, personalmente, non so se la gente ce lo veda, ma a me piace, e poi vedevo che aveva dei piccoli livelli di contenuto che davano una versione di quel succede in questo mondo pericoloso.

Sono una persona molto cerebrale, ma sono anni che vado con decisione verso l’intuizione, l’istinto. Dipingo molto quando preparo i personaggi, non per illustrarli quanto piuttosto per entrare in una zona diversa delle connessioni neuronali. Mi preparo moltissimo per poi mettermi al servizio… Ti giuro che ci sono momenti nei quali mi sono rivisto in delle scene – non mi succede sempre – e mi son detto “che forte questa cosa che mi è successa”. Questo mi piace molto. Sentire cose che mi sorprendono, che mi sconcertano, sfumature che si possono intuire, ma che non conosco. Insomma, mettermi a disposizione. La mia vocazione con i personaggi è essere al [loro] servizio. Cerco di capire quale sia il mio compito e che abbia un’anima. Il mio impegno vuole essere serio e profondo, però per divertirmi. Tutto quel che faccio – come canta Residente – è per divertirmi. però per divertirsi a volte uno deve piantare un seme, e poi un altro, lasciare che cresca.
Voglio credere e spero che i due [personaggi] siano connessi, pur essendo tanto diversi, per la loro umanità. All’inizio mi dicevano che Berlino era un mostro, che era freddo, ma io non avevo per niente quella sensazione. Il suo nome comporta delle caratteristiche, ma Vicente ne ha altre, quello che mi importa di più è che appaiano vivi, degli esseri umani a prescindere da tutto.

E’ stata una regressione, una ipnosi, una sessione di ipnosi regressiva che mi ha riportato a un’altra vita. Che si creda o meno nella reincarnazione, quando ho partecipato a quella sessione io ero un soldato romano. Non l’ho sognato, ERO Filippo. Un soldato romano in una avventura ai tempi dell’Impero e della sua espansione in Oriente. Ossia che un giorno tu potresti trovare in un libro un familiare indiretto, che ero io.

Arrivederci a Roma, quindi, con Pedro Alonso…
“Speriamo di sì, adoro Roma”