Torino Film Festival: la nuova edizione online, tra sperimentazione e giustizia sociale

Presentata la 38esima edizione del Torino Film Festival, interamente online, con molte anteprime e una particolare attenzione alle tematiche sociali

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133 film, tra lungometraggi (64), mediometraggi (15) e corti (54), di cui 52 anteprime mondiali. Sono alcuni dei numeri che fanno la trentottesima edizione del Torino Film Festival (20-28 novembre), che i (nuovi) travagli del Covid hanno fatto traslocare interamente online: ma che, malgrado tutto, c’è e vuole esserci, come dimostrano già da sole queste cifre. Supporta MyMovies, che ospiterà nella sua sala virtuale tutti i film in selezione (disponibile fino a 48 ore dopo l’acquisto dei biglietti, al costo di 3,50 euro l’uno). Altri contenuti saranno diffusi quotidianamente attraverso il canale YouTube del festival.

«L’innovazione è sempre stata una parola chiave del cinema», ha detto il Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino Domenico De Gaetano, la cui prestigiosa sede nell’edificio della Mole Antonelliana diventerà una sorta di «grande studio televisivo», per un’edizione sperimentale che spera (ha aggiunto il Presidente del Museo Enzo Ghigo) di «ricreare, almeno in parte, quella sensazione di avvolgente accoglienza tipica del Torino Film Festival, un ritrovare e ritrovarsi in una piazza virtuale».

E in questa piazza si parlerà tanto, attraverso il cinema, della realtà di un mondo in crisi, il nostro, e della possibilità di immaginare una via d’uscita. «Quest’anno», spiega la vicedirettrice del festival Fedra Fateh, «ci siamo concentrati sul cinema come strumento di difesa della giustizia sociale. Poiché è difficile apportare cambiamenti nel mondo reale, dapprima immaginiamo il mondo che vogliamo attraverso il cinema. Immaginiamo un mondo giusto in cui viene valorizzata la voce di ogni donna e uomo».

Non a caso il TFF di quest’anno punta all’inclusione e all’equità in ogni sua componente. Lo si vede bene nella scelta dei dodici film in concorso, che come sempre valorizza gli autori emergenti, con opere prime (29 in tutto gli esordi di questo TFF) e seconde, sei delle quali realizzate da registi uomini e altre sei da donne, provenienti dalle più diverse cinematografie del mondo: per rimarcare, ha detto il direttore del TFF Stefano Francia Di Celle, una «idea di diversità culturale e di generi», dove il pluralismo è anche estetico, tra «film sperimentali e film tradizionali». Fra diversi generi e stili (giallo e commedia nera, geometrismo e onirismo) si muove Botox (di Kaveh Mazaheri), film iraniano-canadese dove due sorelle devono fare i conti con la scomparsa del fratello.

A unire i film in competizione quest’anno, ha aggiunto il direttore, c’è anche il senso di un «difficile percorso per essere consapevoli della propria identità», una «ricerca del sé che è anche collettiva e che può avvenire attraverso il cinema». Come nell’italiano in concorso, Regina (di Alessandro Grande), sul rapporto tra l’adolescente protagonista, aspirante cantante, e il padre Luigi.

“Regina” di Alessandro Grande

Un’altra storia di formazione adolescenziale, stavolta nella Spagna degli anni Novanta fra conservazione e modernità, è quella di Schoolgirls, esordio Pilar Palomero. L’accettazione della propria identità è un tema chiave del rumeno Poppy Field (di Eugen Jebeleanu), protagonista un poliziotto diviso tra la sua omosessualità e il machismo che domina nel suo ambiente. Di pregiudizi (razziali) e confronto con le proprie origini ci parla l’esordio di João Paulo Miranda Maria, il franco-brasiliano Memory House. Altra opera prima in concorso è Why Not You (di Evi Romen), dove il sogno di Mario di diventare danzatore si scontra con la propria indigenza e tossicodipendenza.

Dagli Stati Uniti arriva The Evening Hour (di Braden King), sulle difficoltà di un giovane infermiere nel declino socio-economico di una comunità post-industriale del West Virginia. Dalla Corea abbiamo invece Moving On (di Yoon Dan-bi), dramma familiare che mette a confronto diverse generazioni. Altre storie di legami affettivi sono quella di Wildfire (di Cathy Brady), protagoniste due sorelle irlandesi a confronto con l’oscuro passato della propria famiglia, e quella di Mickey On The Road, di Liu Mian Mian, tra Taiwan e Cina.

“Mickey on the road” di Liu Mian Mian

E c’è anche la Nigeria, rappresentata dall’opera prima di Arie e Chuko Esiri This Is My Desire, su una coppia di Lagos che tenta di emigrare. Completa la selezione l’esordio di Fernanda Valadez Identifying Features, dove nel dramma di una madre si riflette quello dell’intero Messico.

A decretare i vincitori (in questa sezione e nella sezione Torino 38 Corti) una Giuria internazionale, formata da cinque donne di cinque nazioni diverse (Waad Al-Kateab, Martha Fiennes, Jun Ichikawa, Martina Scarpelli, Homayra Sellier), e senza presidente, per «consolidare ancora di più il ruolo egualitario che vogliamo rappresentare», ha detto Francia Di Celle. Già conferito, però, il premio speciale Stella della Mole per l’innovazione artistica, assegnato a Isabella Rossellini.

Tra i film fuori concorso, confermati invece Calibro 9, di Toni D’Angelo (sequel del cult di Fernando Di Leo), con Michele Placido, Marco Bocci e il ritorno di Barbara Bouchet, e poi Il buco in testa di Antonio Capuano, sulle ferite degli Anni di Piombo, «con un’interprete straordinaria che è Teresa Saponangelo», ha anticipato Francia di Celle. Tra gli italiani anche la co-produzione con il Cile Vera De Verdad (di Beniamino Catena), che combina in modo originale generi e registri per una parabola di mistero, identità, morte e rinascita che vede nel cast Marta Gastini, Anita Caprioli, Davide Iacopini, Paolo Pierobon e Marcelo Alonso. Vedremo anche, tra gli altri, Billie (di James Erskine), sulla figura di Billie Holiday e, sotto l’etichetta del Torino Film Lab, The Salt in Our Waters, di Rezan Shahriar Sumit. Attesissima dai cinefili, poi, l’edizione restaurata in 4k di In The Mood for Love, in una proiezione speciale (per un massimo di 500 posti) il 26 novembre alle ore 20.

Particolarmente rappresentato il documentario, sia nella sezione Fuori Concorso che in quella competitiva TFFdoc, curata da Davide Oberto. Nella prima abbiamo tra i titoli gli omaggi alla scomparsa Franca Valeri (Zona Franca, di Steve Della Casa) e al critico Goffredo Fofi (Suole di vento- Storie di Goffredo Fofi). Nell’altra (che ha come focus particolare il rapporto con il paesaggio) sono particolarmente attesi Sulle tracce di Goethe in Sicilia, del grande regista teatrale Peter Stein, Pino (di Walter Fasano), sull’artista Pino Pascali, e Gunda (che sarà presentato fuori concorso), sguardo «ad altezza animale», come ha detto Oberto, sulla vita di una scrofa tra gli animali di una fattoria, per la regia di Victor Kossakovsky. Rivedremo anche il doc Due scatole dimenticate- Viaggio in Vietnam, realizzato da Paolo Pisanelli insieme alla grande fotografa e documentarista Cecilia Mangini, che riceverà il Premio Maria Adriana Prolo.

Tra le altre sezioni si segnalano “Le stanze di Rol”, dedicate al sensitivo torinese Gustavo Rol, e incentrate sulle diramazioni del bizzarro e del mistero, privilegiando dunque un cinema di genere che «lavora sull’immagine», come ha specificato il curatore Pier Maria Bocchi. Tra i titoli selezionati, l’anteprima della serie spagnola Riot Police, di Rodrigo Sorogoyen (un «lavoro sul privato e sul mestiere di fare il poliziotto che non vedevo dai tempi di Lumet», ha detto Bocchi) e il mediometraggio thailandese Red Aninsti; Or Tiptoeing On the Still Trembling Berlin Wall (di Ratchapoom Boonbunchachoke): che, ha anticipato Francia Di Celle, «vale da solo il Torino Film Festival». Una selezione di titoli del festival, ha infine anticipato il Direttore del TFF, saranno proiettati, non appena le sale potranno riaprire, al cinema romano Nuovo Sacher di Nanni Moretti.