BERLINO 2016: L’ORSO D’ORO A “FUOCOAMMARE” E TUTTI I PREMI!

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Fuocoammare vince la Berlinale 2016, Orso d’Argento Gran Premio della Giuria a Danis Tanovic per Morte a Sarajevo e Orso d’Argento al film che apre nuove prospettive al torrenziale A Lullaby to the Sorrowful Mystery del filippino Lav Diaz

Gianfranco Rosi FuocoammareA quattro anni da Cesare deve morire dei fratelli Taviani, l’Orso d’Oro di Berlino torna in Italia, tra le mani di Gianfranco Rosi, che trionfa nel cuore dell’Europa dilaniata da conflitti con Fuocoammare, il suo documentario su Lampedusa. Meryl Streep ha spiegato le motivazioni di questa scelta sottolineando la capacità del film di mescolare impegno politico e valore artistico, di ridefinire confini del genere documentario.

«Grazie per il coraggio di mettere un documentario in concorso – ha dichiarato Rosi – il mio pensiero va ora alle persone che non sono mai arrivate a Lampedusa. E dedico questo premio alla gente di Lampedusa così aperta nell’accogliere i migranti, e di accettare, come tutti i pescatori, qualunque cosa arrivi dal mare. Per la prima volta l’Europa affronta questo grave problema e non sono contento di quello che vedo. La storia ci ha insegnato che barriere e muri non sono mai serviti ».

Rosi, che ha ricevuto anche il Premio Ecumenico, quello di Amnesty Internazional e quello dei lettori del tedesco Morgenpost ha poi commentato: «Ho raccontato la vita quotidiana degli abitanti di Lampedusa e la tragedia di persone che scappano dalla guerra in cerca di salvezza e libertà. E invece basta guardare cosa sta accadendo in questi giorni in Austria per rendersi conto di come l’Europa che chiude i confini, fisici e mentali, non riesca a fare i conti con una politica di ampio respiro. Quello dei rifugiati è stato il grande tema di confronto e dibattito di questo festival, sei mesi fa forse questo film avrebbe suscitato emozioni diverse, ma più che un’inchiesta con messaggio politico Fuocoammare è un grido di disperazione. Le persone, individui e non numeri, non possono morire in mare per sfuggire a una tragedia. Non volevo un documentario che fosse un semplice collettore dei drammi della migrazione. I tempi dei miei film sono quelli delle storie dei miei personaggi, la scrittura nasce dall’incontro con luoghi e personaggi. I luoghi devono riflettersi nei personaggi e dalla loro intimità nascono le storie ».

morte a sarajevoL’Orso d’Argento Gran Premio della Giuria va a Morte a Sarajevo di Danis Tanovic mentre l’Orso d’Argento Alfred Baur destinato al film che apre nuove prospettive è per il filippino A Lullaby to the Sorrowful Mystery diretto da Lav Diaz, un film che ha tenuto inchiodato il pubblico alle poltrone per ben otto ore con la storia della rivoluzione filippina contro la Spahna alla fine dell’Ottocento. La migliore regista è invece la francese Mia Hansen-Love per L’avvenire con Isabelle Huppert.

Il tunisino Majd Mastoura ha ritirato il premio come miglior attore per Inhebbek Heidi di Mohamed Ben Attia. «Dedico il film a tutti i martiri della sanguinosa rivoluzione tunisina », ha detto il protagonista del film, che ha vinto anche il premio per la migliore opera prima. Meryl Streep ha poi consegnato il premio per la migliore attrice alla danese Trine Dyrholm per La comune di Thomas Vinterberg. L’Orso per la sceneggiatura porta sul palco Tomasz Wasilewski per United States of Love, sulla Polonia smarrita del post comunismo, mentre il premio per il miglior contributo artistico va alla spettacolare fotografia di Crosscurrent del cinese Chang Jiang Tu.

Alessandra De Luca

TUTTI I PREMI

Orso d’Oro per il Miglior Film:
Fuocoammare di Gianfranco Rosi
Orso d’argento Gran Premio della Giuria:
Death in Sarajevo di Danis Tanovic
Premio Alfred Bauer per l’innovazione:
Lav Diaz per A Lullaby to the Sorrowful Mystery
Orso d’argento per la miglior regia:
Mia Hansen-Love per L’avenir
Orso d’argento per la migliore attrice:
Trine Dyrholm per The Commune
Orso d’argento per il miglior attore:
Majd Mastoura per Hedi
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura:
Tomasz Wasilewski per United States of Love
Orso d’argento per il miglior contributo tecnico:
Mark Lee Ping-Bing per la fotografia di Crosscurrent
Premio per la migliore opera prima:
Hedi di Mohamed Ben Attia
Panorama – Premio del Pubblico, fiction:
1° Junction 48 di Udi Aloni, Israele/Germania
2° Grüße aus Fukushima di Doris Doerrie, Germania
3° Shepherds and Butchers di Oliver Schmitz, Sudafrica/USA/Germania
Panorama – Premio del Pubblico, documentari:
1° Who’s Gonna Love Me Now? di Tomer & Barak Heymann, Israele/Gran Bretagna
2° Strike a Pose, di Reijer Zwaan, Ester Gold, Olanda/Belgio
3° WEEKENDS, di Lee Dong-ha, Corea del Sud