DI MARCELLO GAROFALO
Il controverso cannibal-movie The Green Inferno (2013) di Eli Roth è annunciato in uscita dalla Distribuzione Midnight Factory anche nelle nostre sale dal 24 settembre. A causa del mancato rispetto di alcuni accordi sul budget promozionale, dopo apparizioni in alcuni festival, il film era rimasto in una sorta di limbo, ma ora si appresta anche nel suo Paese d’origine a terrorizzare le platee, seppur contrassegnato da un divieto ai minori non accompagnati che testualmente recita: «Aberranti scene di violenza e di tortura, immagini macabre e disturbanti, scene di nudo, sesso, linguaggio esplicito e uso di droghe ».
Noi, che abbiamo visto il film quando fu presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, non possiamo che confermare quanto sopra, aggiungendo che la regia âstilosaâ di Roth e i tocchi umoristici che puntellano le sequenze dei âbanchettiâ, rendono il tutto ancora più disturbante, per non dire delle immagini filmate con profondità di campo e tecnica da National Geographic.
Eli Roth notoriamente è un regista-cinephile che in più di un’occasione ha mostrato simpatia per i nostri gloriosi âB-Moviesâ; in questo caso la sua ispirazione deriva dai cannibal-movies diretti da Ruggero Deodato, Sergio Martino, Umberto Lenzi nella seconda metà degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. Nel caso specifico, il modello, più che il famigerato Cannibal Holocaust di Deodato, potrebb’essere Cannibal Ferox (1981) di Umberto Lenzi. Anche la protagonista di The Green Inferno è una ragazza intraprendente che parte alla volta dell’Amazzonia; nel film di Lenzi è una laureanda in antropologia (Lorraine De Selle) che in compagnia di suo fratello e di un’amica un po’sgualdrina si reca in loco per dimostrare che il cannibalismo è un falso mito inventato dagli occidentali per giustificare decenni di colonialismo; in quello di Roth è una giovane ambientalista (Lorenza Izzo) che intende sensibilizzare l’opinione pubblica contro i âsignori della guerraâ che stanno distruggendo parte della foresta amazzonica. Né Roth, né Lenzi ci risparmiano dettagli cruenti oltre ogni dire, a caccia dell’effetto âYeeeuuuchâ più esagerato; in The Green Inferno la prima vittima è Aaron Burns i cui occhi, lingua, cervello e pelle sono âdegustatiâ a caldo; in Cannibal Ferox la derelitta Zora Kerova viene infilzata ai seni con degli uncini, mentre Giovanni Lombardo Radice è prima evirato e quindi messo col cervello a nudo.
Per fortuna nel film di Roth non ci sono ignobili violenze su animali.
Chiudiamo con un paio di âemblematicheâ battute tratte da Cannibal Ferox (Umberto Lenzi, 1981):
Mike Logan/Giovanni Lombardo Radice: «Ho capito subito chi sei! »
Pat Johnson/Zora Kerova: «Una mignotta?.. »
«Next! », come dicono le cassiere nei supermarket americani.