“Guardiani della galassia Vol.2”: la recensione

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Guardians of the Galaxy Vol. 2 Usa, 2017 Regia James Gunn Interpreti Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Michael Rooker, Kurt Russell, Vin Diesel, Karen Gillan, Bradley Cooper Distribuzione Walt Disney Durata 2h e 17’

In sala dal 25 aprile 2017 

IL FATTO — A pochi mesi di stacco dagli eventi narrati nel primo volume, Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt), nato durante un insolito fenomeno astronomico di pianeti allineati, ora è destinato a scoprire le sue vere origini e a riunirsi con il padre. Quando Ayesha (Elizabeth Debicki), frutto di un esperimento dell’Enclave, recluta i Guardiani per distruggere un’enorme bestia tentacolare, per lei il prossimo bersaglio diventano proprio loro, i mercenari-mutanti della galassia.

L’OPINIONE — Quel senso di famiglia squinternata e di space cowboys lanciati come bob sulle dune, tra le stelle, in Guardiani della Galassia Vol. 2, con qualche scena in Imax (da 2.35 a 1.89), si fa ancora più bello da guardare. Non solo perché l’ex allievo dei Troma Studios, James Gunn, ha usato un nuovo modello di Red, la telecamera Weapon 8K, una steadicam avanzata, ma ci sono anche Star-Lord/Chris Pratt e Gamora/ Zoe Saldana che si muovono come Gene Kelly e una verde Zen Whoberi da cinema muto. Con alcune libertà rispetto al fumetto di Drake e Colan, incontriamo Ego (Kurt Russell), padre biologico di Peter e pianeta vivente, uno dei più grandi effetti visivi del film. Rocket, Nebula e Yondu avranno il loro momento backstory, insieme al manipolo dei Ravagers, Taserface (Chris Sullivan) e Mantis (Pom Klementieff). Non si tratta più di diventare una famiglia, ora è questione di esserlo, anche se la famiglia dei Guardiani funziona meglio in azione che attorno  al fuoco in un bosco. Attenzione alle ben cinque scene post-titoli di coda.

Filippo Brunamonti

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