2,5 Stelle (2,5/5)
Our Kind of Traitor Gran Betagna, 2016 Regia Susanna White Interpreti Ewan McGregor, Stellan Skarsgård, Naomie Harris Distribuzione Videa Durata 1h e 47’ Vai al sito ufficiale
In sala dal 5 maggio
Una (quasi) perfetta coppia inglese, Perry e Gail, s’imbatte in vacanza a Marrakech in un esuberante milionario russo desideroso oltremisura di diventare loro amico. Il fatto è che Dima (così si chiama) si occupa di riciclare denaro sporco per conto di un feroce giovane boss della mafia moscovita e ha un disperato bisogno di loro per provare a contattare i vertici del servizio segreto britannico.
Mmmmh… una famiglia in vacanza in Marocco che viene coinvolta in un intrigo internazionale: ma dove si è già orecchiata questa situazione? Ah già, è L’uomo che sapeva troppo, versione 1956 di Hitchock con James Stewart e Doris Day. Qui però la fonte d’ispirazione è tutt’altra, un romanzo di John le Carré. Una derivazione che si potrebbe anche intuire a prescindere dalle informazioni, non foss’altro per l’intorbidamento dei caratteri, mai completamente limpidi anche quando sono positivi, e per l’insistenza sulle tematiche del tradimento, del salto della barricata, della talpa insomma. Ewan McGregor si è già trovato nel torbido delle situazioni poco chiare con Polanski in L’uomo nell’ombra e qui, nella parte dello sprovveduto ma non troppo (è incredibilmente un professore di poesia) tuffato a picco nell’adrenalina delle situazioni a rischio, si trova a suo agio. «Perché lo fa?» gli chiedono, «mancanza di fantasia, suppongo» è la risposta. Lo stesso, purtroppo, in parte potrebbero dire anche lo sceneggiatore Hossein Amini (suo l’ottimo Drive, ma anche il mezzo passo falso del debutto da regista con I due volti di gennaio) e la regista Susanna White (tanta tv più Tata Matilda e il grande botto). Infatti, nonostante quest’ultima abbia dichiarato come il film le abbia permesso di mostrare i muscoli, sono proprio quelli a fare difetto in una regia accurata e corretta sì, con tante location da spy story “di mondo” (oltre al Marocco, anche Parigi, Mosca, le Alpi svizzere e quelle francesi di Pralognan la Vanoise), ma anche senza mai particolari impennate di genio: persino le gigionerie di Stellan Skarsgård chiamato a far da caricatura dello slavo arricchito, barbaro nel fondo ma esuberante, qui suonano di maniera e compite.