Negli otto episodi di Un gentiluomo a Mosca – basata sul best-seller internazionale dello scrittore Amor Towles e dal 17 maggio in esclusiva su Paramount+ – lo vedremo in scena insieme a sua moglie Mary Elizabeth Winstead, con la quale Ewan McGregor ha raccontato di avere girato delle scene di sesso per la serie tv. Che a quanto ha rivelato, hanno richiesto la presenza di un intimacy coordinator (o coordinatore dell’intimità) definito “necessario”.
LEGGI ANCHE: Un gentiluomo a Mosca, il post Rivoluzione di Ewan McGregor (trailer)
Intervistato da Radio Times l’attore ha detto: “È ancora necessario, perché si tratta anche della troupe, ed è strano stare nudi davanti alle persone, è strano essere in intimità davanti alla telecamera“. D’altronde, come ha sottolineato ancora, “se dovessi fare una scena di ballo, avresti un coreografo“.
Convinto sostenitore dell’importanza di una tale figura e del suo ruolo, l’ex Mark Renton di Trainspotting ed ex Obi-Wan Kenobi (ancora “in attesa di una chiamata” per la seconda stagione della serie Disney+ a lui dedicata) ha aggiunto: “È una parte importante del lavoro oggi, perché è qualcuno che il regista e gli attori incontrano nel mezzo” di una scena di sesso.
LEGGI ANCHE: Mia Hansen-Løve contro gli Intimacy coordinator, «una polizia della virtù»
Pensando alla figlia 22enne, Esther McGregor (vista proprio in Obi-Wan Kenobi e in High School), papà Ewan ha riflettuto su quanto un giovane attore della sua età potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover girare una scena di nudo, magari pressato da un regista importante e “poi, cinque anni dopo, guardarsi indietro e dire: ‘Vorrei non averlo fatto. Perché sono nuda in quella scena? Non era necessario’“. “Ora c’è qualcuno con cui può parlare e dal quale non dipende la propria carriera“, ha concluso ribadendo ulteriormente l’importanza degli intimacy coordinator.