“LELIO SWING”: LUTTAZZI IN MOSTRA AL GRAND HOTEL RIMINI

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Dal 6 al 27 dicembre approda al Grand Hotel Rimini Lelio Swing, la grande mostra dedicata al talento multiforme di Lelio Luttazzi. In mostra vinili, spartiti originali, installazioni e oggetti personali per ripercorrere la straordinaria avventura artistica del re italiano dello swing

Lelio Luttazzi fu musicista, compositore, direttore d’orchestra, cantante, conduttore, scrittore, attore e anche regista. Una figura di artista multiforme, la sua, che è difficile ingabbiare in un’unica definizione. A raccontarla in tutte le sue sfumature è la mostra Lelio Swing che, dopo il grande successo già raccolto ai Mercati di Traiano a Roma e a Trieste, dove il maestro era nato, approda dal 6 dicembre in una cornice davvero leggendaria: il Grand Hotel Rimini, il simbolo della dolce vita e, da sempre, meta preferita di artisti della canzone, del cinema e del teatro. Nelle splendide sale liberty saranno esposti vinili, spartiti originali, memorabilia, elementi scenografici, installazioni artistiche, oggetti e documenti appartenuti al Maestro Luttazzi, in un viaggio (a ingresso libero) non solo nella sua straordinaria avventura artistica, ma anche in 50 anni di storia dello spettacolo italiano. Basti ricordare che Luttazzi è stato il mattatore della mitica trasmissione radiofonica Hit Parade e, in televisione, dei più importanti varietà degli anni ’60, come Studio Uno con Mina, per la quale compone anche Una zebra a pois.

Lelio Luttazzi
Lelio Luttazzi in L’avventura di Michelangelo Antonioni

La mostra, però, ha anche una corposa sezione cinematografica, curata dal direttore di Ciak Piera Detassis. Perché Lelio Luttazzi il grande cinema l’ha vissuto in prima persona, con l’ironia e la classe che lo contraddistinguevano, sia come compositore di colonne sonore (tra le tante, portano la sua firma quelle di Totò lascia o raddoppia di Mastrocinque, Souvenir d’Italie di Pietrangeli,Venezia la luna e tu e L’ombrellone di Risi, Risate di gioia di Monicelli), ma anche come attore, in una manciata di iconici personaggi. Il più noto è forse Raimondo in L’avventura di Michelangelo Antonioni. «Il cinema l’ho sempre amato, però non ho mai avuto un volto fotogenico né memoria per le battute », raccontava Luttazzi con la consueta modestia. «Antonioni moriva dal ridere perché nel film avevo un’unica battuta lunga, non me la ricordavo e ho dovuto fare dodici ciak per dirla tutta. L’avventura è cominciato senza una lira. Monica Vitti è venuta in una mia trasmissione, Musica dal cinema, e conoscendomi ha proposto ad Antonioni di darmi il personaggio di Raimondo. Si tratta di un ruolo piccolo. Però una volta a New York, mentre attraversavo la strada con Walter Chiari e Janeth Leigh di Psyco, un gruppo di ragazzi ci venne incontro e, tra due star come loro, riconobbe me perché mi avevano visto ne L’avventura ». Nel 1972 Luttazzi diresse anche un film, l’intelligente apologo L’illazione, recentemente restaurato.

L’ultimo giorno della mostra, il 27 dicembre alle 15, nella Sala Congressi del Grand Hotel Rimini si terrà anche un evento “Charity” durante il quale ci si potrà aggiudicare ogni singolo elemento che compone la Mostra “Lelioswing”. I proventi andranno a favore dei progetti della Fondazione Lelio Luttazzi, tra cui l’istituzione di borse di studio per giovani pianisti jazz di talento. E al termine dell’evento, alle 21, si terrà il Gran Galà Lelio Swing con il concerto di Rossana Casale, grande fan di Luttazzi.

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