MARK RUFFALO ECCENTRICO E MALINCONICO: “INFINITELY POLAR BEAR”

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Questa trentaduesima edizione del Torino Film Festival, sobria e misurata ma ricchissima di titoli e contenuti, ci ha regalato uno di quei film dove ogni elemento, dalla sceneggiatura alle interpretazioni degli attori, è assolutamente riuscito. La pellicola in questione è Infinitely Polar Bear, scritta e diretta da Maya Forbes, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa. Il film, dai tratti autobiografici, è ambientato nella Boston del 1978 e racconta la storia di Cam Stuard (Mark Ruffalo), affetto da crisi maniaco depressive, che si ritrova ad occuparsi da solo delle figlie Amelia e Faith, dopo che la moglie Maggie (Zoë Saldana) s’iscrive alla Columbia University per conseguire l’MBA e trovare un lavoro che le permetta di dare alle ragazze un’educazione migliore.

Dopo essere stato presentato al Sundance, culla del cinema indipendente, e aver riscosso successo al Toronto e Vancouver International Film Festival, Infinitely Polar Bear è stato accolto con entusiasmo alla conclusione della proiezione stampa del Cinema Classico. Presentata nella sezione Festa Mobile, la pellicola è una delle più belle e convincenti viste finora, rimarcando e confermando la qualità delle scelte fatte dalla direzione Martini.
Mark Ruffalo è perfetto nel ruolo del dolce, eccentrico e a volte iroso Cam, che rapisce lo spettatore con la sua interpretazione perfetta, facendolo sorridere e commuovere per le sue (dis)avventure di padre e uomo fragile che combatte con tutte le sue forze per dare il meglio di sé alle sue figlie nonostante gli ostacoli, le fatiche e le cadute nelle quali s’imbatte di continuo. Infinitely Polar Bear è un film meraviglioso, bizzarro e vivace, emozionante e malinconico, proprio come il suo protagonista Cam, capace di raccontare con leggerezza e ironia la malattia mentale senza mai forzare la mano o risultare artefatto, e ci auguriamo trovi presto spazio nelle sale italiane.

L’attore statunitense nominato all’Oscar per I ragazzi stanno bene ha sempre alternato scelte attoriali di matrice indipendente (Se mi lasci ti cancello, Nel paese delle creature selvagge) a grosse produzioni hollywoodiane (Shutter Island, The Avengers). Dopo The Normal Heart di Ryan Murphy, film tv per il canale HBO nel quale interpreta un’attivista gay pioniere nella lotta per i diritti dei malati di HIV, e la sua partecipazione al fianco di Keira Knightley nel dramedy musicalein Tutto può cambiare, sta per tornare nelle nostre sale con due pellicole agli antipodi per genere e ruolo interpretato. A fine gennaio e fine aprile il 2015, rispettivamente, lo vedremo vestire i panni del lottatore olimpionico David Schultz in Foxchatcher di Bennett Miller, e quelli di Bruce Banner/Hulk nel prossimo capitolo di The Avergers: Age of Ultron, saga firmata Marvel Comics.

Manuela Santacatterina