OSCAR 2016 – MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE: NON CHIAMATELI CARTOON

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Da La Bella e La Bestia a Toy Story 3, da Happy Feat di George Miller a Inside Out e Anomalisa: la fantastica e incantevole storia degli Oscar… animati!

Robin Williams, John Lasseter, Woody e Buzz e l'Oscar Speciale a Toy Story
Robin Williams, John Lasseter, Woody, Buzz e l’Oscar Speciale a Toy Story

Non provate a chiamarli (solo) cartoni animati! Dall’Oscar alla carriera a Walt Disney, accompagnato da Biancaneve e i Sette Nani (era il 1939), fino agli ormai imminenti Academy 2016, il grande cinema d’animazione, anno dopo anno, si è ritagliato la stessa importanza che possono avere i canonici lungometraggi. Prima del 2002, anno in cui l’Academy introduce la categoria di Miglior Film d’Animazione, il punto di rottura arrivò nel 1992, quando La Bella e La Bestia fu inserito nella cinquina dei Migliori Film. Quell’Oscar andò poi a Il Silenzio degli Innocenti ma il capolavoro a ”cartoon” era riuscito ad arrivare per la prima volta nell’Olimpo delle migliori pellicole, e poco importa se ad interpretarlo non c’era Anthony Hopkins bensì disegni e animazioni coniate dai geniali Walt Disney Studios. Il primato durò fino al 2010, quando nei dieci film nominati, fu candidato lo splendido Up! targato Disney-Pixar, replicando l’anno seguente con un altro capolavoro Pixar: Toy Story 3. Ma, tra il 1991 e il 2010 (e tra poco arriveremo anche al 2016), ci fu un altro, fondamentale snodo. Infatti, nel ’96, pochi mesi dopo l’uscita di Toy Story, l’Academy, per mano di Robin Williams, consegnò al regista, produttore, sceneggiatore e direttore creativo della Pixar John Lasseter un Oscar Speciale (per lui il secondo, dopo quello per il Miglior Cortometraggio, Tin Toy, nel ’89), per aver riscritto le regole del cinema d’animazione. Da quella statuetta non ci sono stati più Oscar Special Achievement Award.

Il ''set'' di Anomalisa
Il ”set” di Anomalisa

SHREK, GEORGE MILLER, DISNEY E ANCORA… DISNEY!

Ma ora veniamo agli attesi Oscar 2016. Anzi no, perché prima c’è da fare una premessa: negli ultimi tre anni gli Oscar al Miglior Film d’Animazione sono andati a tre film Disney (Big Hero 6, Frozen, Ribelle), superando titoli altrettanto validi (come, per esempio, Song of the Sea, I Croods, Frankenweenie). Però, in questi quindici anni, la Disney si è vista battere (del resto, arriva sempre come favorita) diverse volte, a cominciare dal 2002, quando Shrek scippò la statuetta a Monsters & Co.. Anche l’anno dopo niente Oscar alla Disney, visto che Miyazaki ottenne la statuetta per La Città Incantata. Nel 2006 ci fu l’Oscar a Wallace & Gromit: La Maledizione del Coniglio Mannaro, mentre nel 2007 George Miller vinse l’Oscar per il dolcissimo Happy Feat. Altro (e meritato) ”Oscar non Disney” (capace di battere anche il mitico Po di Kung Fu Panda 2) fu Rango di Gore Verbinski, nel 2012, che di fatto concluse una più o meno omogenea spartizione dell’Oscar tra gli studi di animazione.

Il Bambino che Scoprì il Mondo, di Alê Abreu
Il Bambino che Scoprì il Mondo, di Alê Abreu

E oggi? I cinque candidati sono Anomalisia di Charlie Kaufman, Shaun, Vita da Pecora, il brasiliano Il Bambino che scoprì il Mondo, Quando c’era Marnie dello Studio Ghibili e, naturalmente, Inside Out di Pete Docter. L’ultimo, favoritissimo (candidato anche alla Miglior Sceneggiatura Originale), se la vedrà molto probabilmente con Anomalisia (ma occhio anche a Il Bambino che Scoprì il Mondo), girato da Kaufman in stop-motion e dalla realizzazione alquanto travagliata: scritto per il teatro, poi divenuto una commedia sonora e ancora finanziato, da corto che doveva essere a lungometraggio, via Kickstarter. Il film di Kaufman, che in USA è stato vietato ai minori di 18 anni per una discussa e poetica scena di sesso, avrebbe vinto senza alcun dubbio se non ci fossero state le Emozioni Pixar di Inside Out, capaci di imporsi tra la critica come al box office. Sta di fatto che sia Pixar, Ghibli o d’autore, l’Oscar 2016 per l’Animazione comporrà un altro tassello importante nella storia degli Academy (soprattutto se la Miglior Sceneggiatura andrà proprio a Inside Out), aspettando il momento in cui a trionfare come Miglior Film ci sarà un ”cartone animato”. E, a giudicare dalle storie narrate (e animate) in questi ultimi, rivoluzionari vent’anni, il momento non sembra nemmeno essere tanto lontano.

Damiano Panattoni

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