“(RE)ASSIGNMENT” DI WALTER HILL AL FESTIVAL DI TORONTO

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A Cannes giganteggiava sulla facciata degli hotel sulla Crosiette, il poster di gran lunga più visibile, e fotografato. Da allora il film ha cambiato titolo (da Tomboy a (Re)assignment), ma l’interesse per  la prima mondiale al festival di Toronto è perfino aumentato.

Sono passati quattro anni dall’ultimo film che Walter Hill ha diretto (Jimmy Bobo – Bullet to the head), ma 14 dall’ultimo che aveva anche scritto (Undisputed). E questo ha anche una curiosità in più: è tratto da una graphic novel, già pubblicata in Francia, col titolo Corps et ame. Il tosto Walter Hill è anche lo sceneggiatore di Getaway di Peckinpah e il produttore di tutti gli Alien, incluso il prossimo Alien: Covenant e potrebbe tranquillamente essere definito dal titolo di qualcuno dei suoi film “L’eroe della strada” o “Il guerriero della notte”; ma chi sapeva che fosse un amante dei fumetti? Quando a New Orleans sul set di Jimmy Bobo – Bullet to the head ha incontrato Matz (pseudonimo del francese Alexis Nolent, sceneggiatore di videogames e di comics,  autore della graphic novel Plomb dans la tête da cui il film era tratto), ha trovato un nuovo compagno di avventura. E si è ricordato che da giovane aveva anche passato un anno a studiare disegno in Messico. Insieme a Matz ha scritto e pubblicato anche Balles perdues, e ora stanno lavorando a una storia di fantascienza.

Corps et aime, è un distillato del più puro Walter Hill, azione, violenza e vendetta. Come in Johnny il bello c’è un’operazione di plastica chirurgica, ma è molto più drastica, perché non riguarda solo la faccia, e il killer Frank Kitchen quando si risveglia è diventato in tutto e per tutto una donna, cioè Tomboy (Michelle Rodriguez).  L’ha operato senza ovviamente il suo permesso un disinvolto, e a sua volta vendicativo, chirurgo (Sigourney Weaver). Tomboy dovrà capire perché, prima di scatenare quella che viene abitualmente definita bloody rampage (sanguinosa furia) nei film di Tarantino, un suo aperto fan, come John Woo e Michael Mann. Uno degli aforismi più famosi di Hill, 74 anni, è che in fondo tutti i suoi film sono dei western. Ma anche che è impossibile inventare nuove storie, per cui l’unica è trovare semplicemente una nuova maniera di raccontarle. In fondo Borges diceva che al mondo ne esistono solo quattro tipi: una città sotto assedio, un ritorno alla Ulisse, una caccia insensata come Achab con Moby Dick, e il sacrificio di un dio.

Per avere la parte Michelle Rodriguez (già mascolino pugile in Girlfight) non ha peccato di timidezza, assicurando il regista che sapeva maneggiare una pistola  altrettanto bene quanto i suoi precedenti protagonisti maschi (e parliamo di Charle Bronson, James Coburn, David e Keith Carradine, Nick Nolte,  Arnold Schwarzenegger, Mickey Rourke, Gene Hackman, Jeff Bridges, Bruce Willis, Sylvester Stallone). (Re) assignment è prodotto da Said Ben Said, come altri film “scandalosi” (Maps to the Stars di Cronemberg e Elle di Paul Verhoeven) e ha già creato polemiche a priori nella comunità LGBT, perché a differenza di Tangerine e The Danish girl, transgenderismo e riassegnazione del sesso, sembrerebbe usato meramente ai fini del plot, e con un compiaciuto sensazionalismo. E qualcuno poi ha anche creduto di individuare, azione a parte, somiglianze con La pelle che abito di Pedro Almodóvar e addirittura Un anno con 13 lune di Rainer Werner Fassbinder. Insomma per Walter Hill un ritorno che non rischia di passare inosservato.