“THE DESTRUCTION OF MEMORY”: UN FILM PER NON DIMENTICARE

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«La memoria è tesoro e custode di tutte le cose» diceva Cicerone più di 2000 anni fa. Memoria significa identità, cultura, unione. Nel corso dell’ultimo secolo abbiamo assistito alla distruzione mirata di edifici, libri e opere d’arte usata come arma di pulizia etnica nelle guerre moderne. Ieri al Milano Design Film Festival si è parlato proprio di questo, attraverso l’amara ed emozionante visione di The Destruction of Memory, diretto da Tim Slade e ispirato dall’omonimo libro di Robert Bevan (The Destruction of Memory: Architecture in War, Reaktion Books, 2006). Il film, che si apre con l’orribile quanto tristemente nota scena della distruzione del sito archeologico di Palmira, in Siria, dimostra in modo inequivocabile come, per annientare un’etnia, si debba distruggere ogni sua presenza sulla faccia di questa terra.

L’opera di Slade mescola le vicende storiche con le testimonianze di coloro che si sono trovati ad assistere con i propri occhi alla devastazione provocata da chi, attraverso l’abbattimento di chiese, palazzi e biblioteche, desidera cancellare letteralmente un’intero popolo. Ma il film infonde anche speranza. Sempre più spesso, il potere della tecnologia moderna viene sfruttato per documentare, proteggere e ricostruire ciò che sembrava ormai andato perduto. Distruzione della memoria come genocidio culturale: «è per merito di Tim che questo concetto emerge forte e chiaro: gli attacchi al patrimonio culturale non sono solo un segno evidente di un progetto genocida, ma un metodo efficace per portare a termine questo crimine dei crimini», ha dichiarato Bevan. The Destruction of Memory è un’opera importante e potente, strumento indispensabile per non dimenticare.