“TRUTH”: LA RECENSIONE

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Id., Australia/Usa, 2015 Regia James Vanderbilt Interpreti Cate Blanchett, Robert Redford, Elisabeth Moss, Bruce Greenwood, Dennis Quaid Distribuzione Lucky Red Durata 2h e 1′

In sala dal 

17 marzo

Anno 2004. Mary Mapes è la prestigiosa ed efficiente produttrice di 60 Minutes, il programma di approfondimento delle notizie di punta della CBS, condotto dal leggendario Dan Rather. Dopo tanti scoop, lei e il suo combattivo team raccolgono le prove che dimostrerebbero che il Presidente George W. Bush ha scientemente mentito e occultato le prove sul suo servizio militare nella Guardia Nazionale del Texas dal 1968 al 1974. Siamo alla vigilia delle elezioni è la notizia potrebbe essere devastante. Lo sarà soprattutto per Mapes e Rather, visto che gli si rivolterà contro.

Dal memoriale della stessa Mapes (Truth and Duty the Press, the President and the Privilege of Power), il classico robusto film di denuncia che ha probabilmente l’unico “torto” di uscire subito dopo Il caso Spotlight. Anche qui i giornalisti sono rappresentati come moderni cavalieri della verità contro la corruzione del potere (mmmmh…ci si permetta qualche dubbio in proposito!); anzi alla fine Rather/Redford (e come non si fa a considerarlo “mitologicamente” perfetto – vista la biografia e Tutti gli uomini del Presidente – per il ruolo?) filosofeggia mestamente sulla perdita progressiva di credibilità dell’informazione (televisiva in questo caso): «Una volta non ci si guadagnava: una volta era un dovere… ». Cate Blanchett è luminosa come sempre, impeccabile lady liberal che beve come un amaro calice le contraddizioni tra la frenesia intossicante del lavoro e la vita privata (marito e figlio). Più “ideologico” di Spotlight, Truth è una coproduzione american-australiana di James Vanderbilt, ultimo rampollo della miliardaria dinastia, che ha al suo attivo numerose sceneggiature di vaglia e successo (tra cui Zodiac, di cui è stato anche produttore). Il serrato drammone giornalistico (che negli USA è uscito in ben poche copie) sancisce il suo debutto dietro la macchina da presa, apprezzato prima a Toronto e poi alla Festa del Cinema di Roma.

Massimo Lastrucci