Allerta razzismo per Mezzogiorno e mezzo di fuoco su Max

Un avvertimento 'Woke' anche per il film di Mel Brooks con Gene Wilder

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Mezzogiorno e mezzo di fuoco razzismo

Una volta si sarebbe detto “più realista del re”, ma sono ormai talmente tante le occasioni in cui si è gridato alla morte della satira che la reazione è sempre più di sconcerto che di sorpresa nel leggere l’ennesimo eccesso di ‘attenzione’ legato a veri e propri classici del cinema. In questo caso, il Mezzogiorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks con Gene Wilder, che in occasione della messa in onda su HBO Max sarà preceduto da un allerta razzismo, un avvertimento su quel che gli spettatori vedranno che – grazie all’intervento ‘Woke‘ – rischia di avere l’effetto di uno spoiler.

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Torna in mente il telegiornale di Daniele Luttazzi, mandato in onda “in forma ridotta per venire incontro alle capacità mentali” del pubblico, nel leggere i commenti su twitter che giudicano “un insulto all’intelligenza degli spettatori” di HBO l’intervento di Jacqueline Stewart di TCM (Turner Classic Movies) nel quale l’esperta di conservazione e rappresentazione dei film avverte:

“State per vedere un film del 1974 che molti considerano una delle più grandi commedie di tutti i tempi […] Come suggerisce la trama, la questione razziale è al centro di “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” […] e il linguaggio e gli atteggiamenti razzisti pervadono il film. Ma questi atteggiamenti sono espressi da personaggi che qui sono esplicitamente ritratti come bigotti gretti e ignoranti. La prospettiva reale e molto più illuminata del film è rappresentata dai due personaggi principali interpretati da Cleavon Little e Gene Wilder”.

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Sono ormai diversi i casi analoghi, senza arrivare alla censura subita da Steve Martin o le modifiche al finale di Fight Club per il mercato cinese, e riguardano film come Dumbo e Peter Pan, Fantasia e Lilly e il vagabondo, fino ai Muppets su Disney+, anticipati da un surreale disclaimer. Anche se già nel 2020 lo stesso Christian Toto, che ha sollevato la polemica in questa occasione, si era scagliato contro la decisione di Hollywood di rimediare ai tanti episodi di serie tv (da Scrubs a The Office, 30 Rock o Cuori senza età) nei quali doppiatori bianchi avevano prestato la voce a personaggi neri.

E se allora poteva essere per non urtare la sensibilità del movimento Black Lives Matter, come suggerisce Toto, oggi potrebbe essere una ‘attenzione’ figlia del Black History Month iniziato il 1 di febbraio. Forse anche di quanto proprio Mel Brooks raccontò nel 2021, autocensuratosi perché “spaventato” dall’effetto che avrebbe potuto fare la battuta in cui la Lili von Shtupp interpretata da Madeline Kahn ci prova nel suo camerino con lo sceriffo Bart di Cleavon Little, al quale – spente le candele – chiede “È vero quello che si dice di voi!”. E lui, nella battuta poi eliminata: “Odio disilluderla, signora, ma lei mi sta succhiando il braccio”.

 

Più di recente, alla BBC Radio 4, Brooks si era espresso contro la cosiddetta Cancel Culture, definendola appunto “la morte della commedia” e che proprio Mezzogiorno e mezzo di fuoco non avrebbe mai potuto avere il via libera oggi…

“Voglio dire, forse Frankenstein Jr., forse qualcun altro, ma mai Mezzogiorno e mezzo di fuoco, perché siamo diventati stupidamente politicamente corretti, il che è la morte della commedia. Va bene non ferire i sentimenti di vari gruppi, ma non va bene per la commedia. La commedia deve camminare su una linea sottile, correre dei rischi. La commedia è il piccolo elfo libidinoso che sussurra all’orecchio del re, dicendo sempre la verità sul comportamento umano”.