Io capitano, i protagonisti Seydou e Moustapha raccontano il loro viaggio verso gli Oscar 2024

In collegamento dagli USA i due giovani interpreti senegalesi parlano della incredibile esperienza verso gli Academy Awards 2024

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Seydou Sarr e Moustapha Fall

Il viaggio di Io capitano di Matteo Garrone, candidato come Miglior Film internazionale agli Oscar 2024, è prossimo al traguardo e la notte tra domenica 10 e lunedì 11 conosceremo l’esito di un tour promozionale dall’Europa agli USA che, come consuetudine, ha visto il regista e i suoi due protagonisti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, impegnati per quasi tre mesi durante i quali il film ha suscitato un entusiasmo che lascia ben sperare.

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“Qui tutti parlano degli Oscar, ma la pressione è più loro che nostra. Certo sogniamo di vincere l’Oscar, sappiamo che è difficile, anche se ce lo meritiamo, Ma non avremmo mai sognato di arrivare a questo livello”, dicono Seydou Sarr e Moustapha Fall.

Hanno incontrato Sean Penn e sono stati omaggiati da Joaquin Phoenix con un inchino, senza tener conto del caloroso incontro precedentemente avuto in Italia con il Papa. Eppure, da quella prima presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, dove Matteo Garrone ha ricevuto il Leone d’argento per la Miglior regia e Seydou Sarr il Premio Marcello Mastroianni, i due giovani senegalesi non sembrano essersi montati la testa e durante l’incontro in streaming dagli Stati Uniti con la stampa italiana accompagnati da Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema, restano gli stessi ragazzi semplici, entusiasti, sorpresi e spontanei di qualche mese fa. “Cerchiamo di non perderci”, dicono.

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Io capitano, un viaggio nel viaggio

Quello di Seydou Sarr e Moustapha Fall è un viaggio nel viaggio, cominciato quasi per caso più di un anno fa quando un certo regista italiano aveva cominciato i provini per un suo film. “Era destino”, dicono ancora, ma da quel momento Io capitano non solo li ha portati dal Senegal all’Italia, ma li ha visti impegnati in un’esperienza che non avrebbero mai immaginato. Perché in realtà Seydou sognava di diventare un calciatore e Mustapha desiderava entrare nel mondo della moda.

È bello vedere che il film dal Festival di Venezia agli Oscar continua la sua corsa ed è ben accolto. Siamo orgogliosi di farne parte”, raccontano Seydou e Mustapha, che però con candore aggiungono: “Noi siamo mussulmani e viviamo questa esperienza con molta tranquillità. Per noi tutto ciò che accade fa parte di un destino. Essere qui fa parte di un percorso necessario”. Al punto che nessuno dei due ha mai abbandonato il proprio sogno originale.

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Nel futuro di Seydou e Mustapha

Seydou spera ancora di avere un futuro nel calcio e l’emozione più grande gliela ha data incontrare Giorgio Chiellini, ancor più che conoscere Sean Penn, di cui ammette ingenuamente che non sapeva molto prima di questo tour, “per me era normale non conoscerlo”. Anche Mustapha racconta che, essendo nato in un quartiere povero, questo film e soprattutto questo tour statunitense gli ha dato l’opportunità di avvicinarsi al mondo della moda e di coltivare il suo sogno di diventare uno stilista. Mentre Paolo Del Brocco con affetto aggiunge: “Mustapha è sempre il più elegante agli incontri con il pubblico durante le proiezioni, mentre Seydou ora spera di incontrare Paulo Dybala”.

In questa incredibile esperienza verso gli Oscar, in cui ogni sera hanno partecipato a proiezioni in giro per gli USA e sono stati protagonisti dell’ammirazione del pubblico, suscita tenerezza che i due giovani attori senegalesi soprattutto non vedano l’ora di indossare gli abiti eleganti scelti per la cerimonia degli Academy e al tempo stesso sentono la mancanza dei loro cari. “Siamo soli qui, ma le nostre famiglie ci sostengono anche con la preghiera”, dicono.

Non sapevano della sofferenza che gli immigrati vivono in Europa. Ora amano la pasta al ragù che la mamma di Matteo Garrone prepara loro e sperano di tornare ancora una volta a Fregene. Ma riguardo il loro futuro dicono: “Viviamo di giorno in giorno. Se ce ne sarà possibilità, continueremo a fare cinema, ma le cose vanno lasciate al destino”.

Sono bravi ragazzi, non si sono montati la testa”, conclude Paolo Del Brocco, che aggiunge che presto partirà anche un tour africano di Io capitano per i villaggi del Senegal. “Naturalmente non pensiamo che questo possa fermare il movimento migratorio, ma può aiutare a far capire meglio i pericoli che ci sono a questi giovani che giustamente hanno questo desiderio“, spiega infine Del Brocco.

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