«In Io Capitano volevo la verità non ho cercato il realismo didascalico – dice Matteo Garrone – il mio approccio è stato lo stesso di Gomorra: far rivivere allo spettatore questo viaggio dal Senegal all’Europa in soggettiva, attraverso gli occhi di due ragazzi che non partono dalla miseria assoluta, ma hanno le possibilità economiche per affrontare la traversata. In Africa il settanta per cento della popolazione è fatta di giovani, ragazzi entrati in contatto con la globalizzazione, che hanno i social network e non capiscono ad esempio perché mai un loro coetaneo francese possa venire in vacanza in Senegal, mentre loro non possano andare in Francia, ma per andare alla scoperta del mondo, sognando una realizzazione personale, debbano rischiare la vita».
I due attori protagonisti, Moustapha Fall e Seydou Sarr hanno commentato così la loro partecipazione: «Per Io Capitano ho dovuto conoscere le sofferenze dei migranti che affrontano questo viaggio: questo dolore mi ha distrutto – raconta Fall – Assistere a questo sacrificio mi ha profondamente cambiato». «Ho realmente vissuto i fatti che si vedono nel film – aggiunge Sarr – Conosco l’immigrazione clandestina. Girare questo film mi ha fatto crescere molto interiormente».