Venezia 75, Il Golem – Come venne al mondo è il film di pre-apertura

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Il Golem – Come venne al mondo

Il classico del cinema muto Il Golem – Come venne al mondo (Der Golem – Wie er in die Welt kam, 1920), scritto e diretto da Paul Wegener, è il film scelto per la serata di Pre-apertura di martedì 28 agosto della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido. Il Golem sarà proiettato in una nuova copia digitale tratta dal negativo originale ritenuto perduto, con un restauro in 4K a cura della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden (Germania) e della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) di Bruxelles, presentato in prima mondiale. Il restauro digitale è stato eseguito dall’Immagine Ritrovata di Bologna.

Il Golem – Come venne al mondo

La proiezione de Il Golem sarà sonorizzata con la musica originale del maestro Admir Shkurtaj commissionata dalla Biennale di Venezia, eseguita dal vivo dal Mesimèr Ensemble così composto: Hersjana Matmuja (soprano), Giorgio Distante (tromba in sib, tromba midi), Pino Basile (cupafon – set di tamburi a frizione, percussioni, ocarina), Vanessa Sotgiù (sintetizzatore, pianoforte), Iacopo Conoci (violoncello), Admir Shkurtaj (direzione, elettronica, fisarmonica, pianoforte). Ambientato nella Praga del 16° secolo, Il Golem racconta la favola ebraica della creatura fatta d’argilla e portata alla vita dal rituale arcano di un rabbino. Prevedendo la prossima espulsione degli ebrei dalla città, il rabbino Loew (Albert Steinrück) risveglia il mitico Golem per proteggere il suo popolo.  Dopo una serie di eventi, il Golem salva la vita dell’Imperatore (Otto Gebühr), convincendolo a non cacciare più gli ebrei. Ma per colpa degli intrighi di un servo geloso (Ernst Deutsch), il Golem va fuori controllo e si rivolta contro il suo creatore. Il regista e sceneggiatore Paul Wegener, che interpreta anche il Golem, aveva già adattato in precedenza due volte la storia, nel 1914 e poi nel 1917. Ma solo il suo terzo tentativo, guidato da una grande ambizione artistica, gli fece ottenere un ampio consenso. La sua eccezionale regia, con le scenografie di Hans Poelzig e la fotografia di Karl Freund, fece de Il Golem uno dei film più apprezzati e famosi del cinema di Weimar.  Il film diventò un grande successo internazionale per l’industria cinematografica tedesca del muto, con proiezioni esaurite per mesi anche negli Stati Uniti e in Cina. Il suo emblematico stile espressionista ha influenzato i classici hollywoodiani dell’orrore e la cultura popolare fino a oggi.

Il Golem – Come venne al mondo

Nessuna copia della versione tedesca è sopravissuta de Il Golem. Un restauro fotochimico del 1990 si basa sulle versioni per l’estero. La scoperta di un negativo originale conservato dalla Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) di Bruxelles ha dato l’occasione per un nuovo restauro digitale in 4K della perduta copia tedesca a cura della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden (Germania) e della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek). Questo negativo ha un montaggio con riprese diverse rispetto alla versione per l’estero. Come era costume all’epoca, le riprese dei due negativi sono state filmate con due cineprese in parallelo. Il negativo della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) è il migliore in termini di angolo di ripresa e di montaggio. Un controtipo  della versione per gli Stati Uniti (conservato dalla George Eastman House di Rochester) sembra indicare che a un certo punto questo negativo sia stato usato per il mercato statunitense. È molto probabile che esso fosse in origine il negativo principale, quello destinato alla distribuzione tedesca. Come risulta dai tagli per la distribuzione negli Stati Uniti, diverse sequenze sono state abbreviate. Oggi il negativo originale è mancante di qualche inquadratura. Alcune di queste sono sopravvissute nel materiale della George Eastman House. Un’altra fonte di completamento è una copia in bianco e nero della Cinémathèque française, realizzata dal negativo per l’estero. Il negativo originale contiene molti intertitoli nella grafica originale espressionista che non erano disponibili per i precedenti restauri. Insieme ai titoli che il Filmmuseum di Monaco di Baviera ha ottenuto dal Gosfilmofond russo, il nuovo restauro presenta quasi tutti i titoli nella celebre grafica originale. Il restauro digitale dell’immagine include la rimozione dei danni (punti bianchi, graffi e microlesioni) sofferti nei decenni dal negativo originale, nonché l’adeguamento e il completamento delle fonti il più vicino possibile al negativo originale. Il restauro digitale è stato eseguito dall’Immagine Ritrovata di Bologna. Il riferimento per i colori e la scala tonale del bianco e nero per poter ristabilire l’originale scala di grigio e il tipico effetto della colorazione originale è stato quello della sola copia originale d’epoca conosciuta di questo film: la versione per l’Italia conservata alla Cineteca italiana di Milano.