Rido perché ti amo, un film per tornare al nostro “io bambino”

La sceneggiatrice Francesca Romana Massaro racconta la nuova commedia da lei scritta con Paolo Ruffini e Nicola Nocella

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Massimo Galimberti, Nicola Nocella, Francesca Romana Massaro e Paolo Ruffini

Un po’ naïf, molto delicato, Rido perché ti amo, la nuova commedia romantica di Paolo Ruffini, dal 6 luglio al cinema con Medusa, è il frutto di un lavoro nato da un soggetto del compianto Max Croci e poi rielaborato dallo stesso Ruffini con Francesca Romana Massaro e Nicola Nocella.

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È stato un lavoro in due step, perché questo film nasceva da un soggetto di Croci e di Marina Scirocco per Pegasus – racconta a CIAK la sceneggiatrice Francesca Romana Massaro – che Max ed io abbiamo sviluppato in sceneggiatura. Quando purtroppo lui è mancato, si sono uniti a me, nella riscrittura, anche Paolo Ruffini e Nicola Nocella“.

Francesca Romana Massaro

Francesca Romana Massaro sottolinea che Ruffini ci ha tenuto a mantenere lo stile di Croci: “Paolo ha cercato di mantenere alcune cose. Un omaggio carino è stato conservare la stessa protagonista e alcuni tratti di leggerezza, anche se poi ovviamente lo stile di ogni regista è differente”.

Rido perché ti amo è una commedia romantica come quelle che da tempo non si vedono al cinema, getta uno sguardo ingenuo, delicato, ma anche divertente su una storia d’amore nata alle elementari, in grado di ricordare a tutti l’importanza di restare fedeli al bambino che è in noi.

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Volevamo tornare al nostro io bambino. Perché i bambini ragionano su un altro registro, che sembra molto più semplice, ma è basilare. Quando diventi adulto crei tutta una sovrastruttura sociale, di reputazione, ma poi i fondamentali sono quelli che sentiamo da bambini”, spiega Massaro nel raccontare l’importanza di quei 10 disegni di un bambino che guidano il racconto verso il suo sviluppo.

In Rido perché ti amo bambino è Leopoldo, innamorato della bellissima Amanda. I due, mentre sono alle elementari, si giurano amore eterno, ma dopo 25 anni, qualcosa è cambiato. Leopoldo (Nicola Nocella), diventato un pasticcere di fama internazionale, sembra aver perso di vista il bambino che è in lui e le promesse che da piccolo aveva fatto alla sua Amanda (Barbara Venturato), la quale intanto è diventata una ballerina di danza classica e sogna di andare a lavorare all’Opéra di Parigi.

Poco prima di celebrare le loro nozze, la ragazza, sentendosi tradita dell’amore della sua vita, parte e così Leopoldo deve trovare il modo di riconquistare Amanda, aiutato dal suo migliore amico Ciro (Paolo Ruffini) e dagli altri personaggi che popolano la piazza del piccolo centro in cui abita, interpretati da Daphne Scoccia, Barbara Venturato, Claudio Gregori (Greg), Enzo Garinei, nella sua ultima apparizione al cinema, Herbert Ballerina, Loretta Goggi e la cantante Malika Ayane.

I 10 disegno fatti da Leopoldo per Amanda quando era bambino sono le dieci promesse che lui cercherà di onorare da adulto per dimostrare alla ragazza di essere ancora capace di amarla come quando erano alle elementari.

L’idea era di fare una commedia sentimentale alla francese, però con un profondo radicamento nell’Italia e nella cultura italiana degli anni ’90 – spiega Francesca Romana Massaro – rifacendoci ad opere come Il ciclone, motivo per cui il personaggio di Herbert Ballerina chiede sempre a Leopoldo se ha fatto la zuppa inglese, che sarebbe un po’ la parafrasi di quanto ripete Giorgio Panariello nel film di Leonardo Pieraccioni”.

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Un mondo poetico, surreale e anche un po’ bizzarro è quello che si anima nella graziosa piazza ricreata negli studi della Videa per le riprese di Rido perché ti amo.

La piazza è stata fondamentale – aggiunge Massaro –, abbiamo costruito tutta la sceneggiatura in base alla struttura della piazza. Volevamo riportare il concetto della piazza con la chiesa, la fontana, il baretto con i vecchietti al nostro immaginario un po’ sospeso nel tempo, che rappresenta il ricordo di quando tutti noi eravamo bambini”.

Il concetto del ritorno al nostro “io bambino” è al centro di questo racconto che somiglia tanto ad una fiaba moderna. “Volevamo tornare al nostro io bambino. L’aspetto che a me stava più a cuore in assoluto era raccontare la differenza che c’è tra ciò che viviamo da bambini e come si cambia crescendo. E la domanda di fondo era: se vivi un successo, ma non lo puoi condividere con chi ami, che lo vivi a fare?”.

In Rido perché ti amo però Ruffini, Nocella e Massaro si sono anche divertiti a giocare con un’infinità di citazioni e omaggi al cinema. “Paolo e Nicola sono grandi appassionati di cinema – sottolinea Francesca Romana – e il film è pieno di citazioni, come Animal House. C’è stato l’apporto di tutti e tre. Abbiamo tre identità molto differenti tra noi, ma avevamo voglia di raccontare qualcosa che facesse sognare, una storia sospesa nel tempo e ci siamo rifatti alle atmosfere delle commedie degli anni ‘90 francesi, italiane e inglesi”.

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Volendo sintetizzare il senso di Rido perché ti amo, Francesca Romana Massaro conclude con passione e convinzione: “In questo momento ci vuole una commedia sentimentale, leggera brillante e di cuore, che faccia staccare dalla realtà, da tutti i problemi che uno ha e che sappia trasportare in un mondo sospeso che ricorda l’infanzia, l’epoca in cui probabilmente siamo stati più felici. Perché in mezzo a tanti scherzi, sketch, gag, nel film ci sono alcune frasi che diventano degli spunti di riflessione, come quando si dice: ‘preferisci avere ragione o essere felice?’”.