Cannes 2023, Michel Gondry e la ricerca del film perfetto: «Di certo, non è il mio»

Il regista francese presenta Le Livre des solutions alla Quinzaine

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Michel Gondry
Michel Gondry (Ph. Chloe Sharrock : Myop per Le Monde)

A otto anni dal suo ultimo Microbo & Gasolina torna il Michel Gondry più amato, e dopo un lungo periodo – evidentemente difficile – torna con una storia “parzialmente autobiografica” che rimanda direttamente al suo passato più indimenticabile. Le Livre des solutions presentato al Festival di Cannes 2023, nella Quinzaine des Cinéastes, è un irresistibile sequenza di situazioni surreali e ridicole, un divertente sfoggio di megalomania e paranoia che nasconde momenti unici. E un grande cuore, che emerge sin dalla dedica alla vera zia Suzette del regista, da lui filmata in L’Épine dans le cœur – La spina nel cuore del 2009 e nelle poche battute regalate sulla Croisette di quello che non sarà il suo “film perfetto”, ma di certo riporta al suo periodo d’oro e ad alcuni dei suoi titoli del passato più riusciti.

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Da poco sessantenne, Le Monde lo racconta in un interessante “autoritratto di un artista in crisi”, ma è sicuramente meglio ascoltarlo e vederlo dal vivo, e soprattutto attraverso quello che sceglie di rappresentare sul grande schermo. Dove c’è molto di sé nell’alter-ego affidato al Pierre Niney del prossimo Modigliani di Johnny Depp), al quale il regista pare aver fatto “un’offerta che non avrebbe potuto rifiutare” e che sullo schermo ammette di averlo addirittura copiato – come nella fantastica scena della direzione d’orchestra – a partire da suoi video di anni fa (ho potuto vedere come si muoveva, ma quello è stato solo il punto di partenza”).

Michel Gondry Quinzaine Cannes 2023

 

In Le Livre des solutions si assiste alla creazione del film perfetto, qual è?
Di certo non il mio, direi. A me piace cambiare registro o genere a ogni film che faccio, pensando di fare meglio ogni volta. In quella fase mi chiedo come il cervello rielabori le singole parti e ricostruisca il mio film. Ma fino a che uno solo penserà che il film non è bello, non sarà quello il film perfetto.

Ha dichiarato che Marc Becker è un personaggio che la “rappresenta”, anche nel rapporto con i produttori? C’è stato un momento nel passato di particolare disaccordo che ricorda?
Hai tempi di Se mi lasci ti cancello discutemmo molto con il mio produttore. Mi diceva che quello che proponevo non era mai stato fatto prima e dunque non era una buona idea, ma per me l’approccio è diverso: se non è mai stato fatto e ci provi, per lo meno ci avrai provato.

Un film nel quale si vede grande unità con la troupe, e con la montatrice in particolare
Anche io ho un rapporto speciale con miei montatori, è una figura importante per me. Considero il montaggio al pari degli altri stadi di produzione di un film, come la scrittura e le riprese. Permette quasi di riscrivere il film. Conferma ne è il fatto che quando abbiamo dovuto mettere insieme questo film, il ritmo era troppo lento e io non volevo eliminare due scene che Elise Fievet considerava non essenziali. Alla fine abbiamo provato senza, e così funzionava.

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Con Pierre e gli altri, anche la casa ha un ruolo importante, quanto doveva esserlo?
Le location utilizzate sono state un personaggio vero e proprio, per i ricordi che evocavano e perché reali. Non avrei potuto ricostruire l’intera casa sul set. Nel girare lì, avevo ben chiare in mente tutte le inquadrature, perché avevo realizzato ogni singolo frame in uno storyboard, come faccio di solito. Inoltre, così facendo, si è potuto creare un feeling particolare anche con gli attori.

Come nasce il cameo di Sting?
E’ stato un po’ complicato. Abbiamo provato attraverso quello che all’epoca era il capo della Virgin, ma nessuno si era davvero riuscito a mettere in contatto con lui. Abbiamo provato a scrivergli, visto che è sempre molto gentile e carino. In particolare Étienne Charry, il compositore, era molto convinto della possibilità quando ci ha mandato quella che secondo lui doveva essere la musica del film. Poi, un giorno, mentre parlavo al telefono hanno bussato alla porta ed era Sting.

 

Michel Gondry Quinzaine Cannes 2023

Qui l’intervista a Michel Gondry di Le Monde