Tutto su Pedro. 70 anni, 36 regie e una vita di cinema: oggi Almodóvar riceve il Leone alla carriera

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Pedro Almodóvar

Due sono i grandi cineasti che hanno tratto dal postmoderno vigore ed essenze per il proprio cinema, Quentin Tarantino e Pedro Almodóvar. Ma, a differenza del primo, il regista manchego ha un elemento in più, diverso, che lo lega quasi visceralmente al grande cinema d’Autore europeo, e non solo quello di genere. Ci riferiamo all’aspetto personale, spesso e volentieri autobiografico, dei suoi film, un qualcosa che ce lo rende vicino sino all’intimità, quasi fosse un amico che conosciamo bene, difetti compresi.

Certo, nel corso del tempo, dalla golosa e irriverente goliardia degli anni della movida post-franchista, dal primo lungometraggio, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980) all’ultimo di quest’anno, quasi un autoritratto trasfigurato, Dolor y Gloria, il suo stile si è raffinato, ha civettato tra i generi, dalla commedia provocatoria al mèlo, dal noir al dramma psicologico. È arrivato in cima all’Olimpo della fama cinematografica, con gli Oscar per il miglior film straniero (il capolavoro Tutto su mia madre, 2000, ma lo aveva già sfiorato nel 1989 con Donne sull’orlo di una crisi di nervi) e per la sceneggiatura originale (Parla con lei, 2003, accompagnato da una nomination per la regia); ha conosciuto la crisi creativa che attraversa inevitabilmente tutti gli autori che fanno film per esprimere se stessi, per riemergere solo proprio in questi ultimi anni, prima con Julieta (2016, forse non per caso facendo suoi tre racconti di Alice Munro), poi con il citato Dolor y Gloria. Venezia in qualche modo lo ha battezzato internazionalmente, proprio con donne sull’orlo di una crisi di nervi, e noi ce lo ricordiamo esattamente così, nervosissimo (sull’orlo di una crisi di nervi, appunto) con i suoi uffici stampa, ma deliziosamente cordiale con noi giornalisti, autentico, pirotecnico e spontaneo.

JULIETA

Oggi la Mostra lo “laurea” con il leone d’oro alla carriera, 70 anni il 25 settembre, con il suo bagaglio artistico di 136 premi per 36 regie (corti compresi), e domani con una masterclass aperta al pubblico e condotta da Piera Detassis. Non crediate però che questa sia una sorta di imbalsamazione in vita: l’uomo della Mancha ha ancora tanta forza e voglia di scandalizzare, commuovere, irritare, divertire che stiamo già aspettando, con deseo y pasión, il suo prossimo progetto.