SEAN PENN, IL PIÙ FISCHIATO DI CANNES69

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Fischi e buuu hanno accolto ieri a Cannes il film di Sean Penn, The Last Face, che pure sulla carta si preannunciava uno dei più interessanti e che invece si è dimostrato non solo uno dei più deludenti del concorso, ma soprattutto il peggiore della filmografia del regista di Into the Wild. Il film affronta uno dei temi più caldi del momento – le guerre e i flussi migratori  – sul quale si incastona una storia d’amore impossibile. Siamo in Africa, tra la Liberia e la Sierra Leone, dove una cieca violenza massacra ogni giorno centinaia di persone.

Due giovani dottori di Medici nel Mondo, Wren Petersen e Miguel Leon – interpretati da Charlize Theron e Javier Bardem – si conoscono, si innamorano e trovano spazio per momenti romantici tra corpi straziati e bombardamenti, ma poi il gioco si fa troppo duro e uno dei due molla il colpo. Amore e guerra restano dunque inconciliabili in un film i cui protagonisti diventano simbolo dei diversi approcci alla possibile risoluzione del problema. Miguel, al servizio degli ultimi della terra che soffrono, disprezza l’Occidente che non muove un dito per mettere fine al massacro, mentre Wren è convinta che solo sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso i media sia possibile fermare i conflitti.

Peccato però che Penn sia stato incapace di armonizzare le durissime sequenze di guerra, girate in stile documentaristico, e quelle d’amore, estetizzanti e patinate, decisamente stucchevoli. Eppure sulla carta, chi meglio di Sean Penn, così coinvolto nell’impegno umanitario nelle zone più turbolente del mondo, avrebbe potuto affrontare una materia così incandescente? “Questa storia d’amore ambientata in un contesto di guerra, in situazioni di continua emergenza – dice il regista – mi ha profondamente toccato. Oggi abbiamo completamente smarrito il senso della tragedia e dell’umanità, e cercare bellezza e purezza è un modo per porre rimedio a questa perdita”.

“Abbiamo lavorato con un’equipe di medici di emergenza – aggiunge Bardem – ma se li definite eroi vi rideranno in faccia. Sono convinti di fare solo ciò che è necessario per alleviare le sofferenze di tante persone.  Per me invece gli eroi sono proprio loro così come lo sono tutte le persone che mantengono la propria famiglia con uno stipendio miserabile”. “Abbiamo cercato di calarci il più possibile nel contesto, di mescolarci con la gente di quei luoghi – ha commentato la Theron – Sean voleva che fossimo sempre pronti a girare in qualunque momento, per questo indossavamo sempre i vestiti di scena. L’immersione è stata dunque totale al punto da farci dimenticare la presenza delle diverse macchine da presa intorno a noi”.

Alessandra De Luca