Nastassja Kinski alla Festa del Cinema di Roma 2023 per WomenLands: «oggi è meno facile»

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Nastassja Kinski

“Da piccola vivevo qui, a Roma” racconta Nastassja Kinski, spiegando perché parli italiano e risponda nella nostra lingua durante l’incontro seguito alla consegna del WomenLands Excellence Award organizzato da Alice nella città. Ultimo, in ordine di tempo, degli appuntamenti della sezione e il premio dedicati alle eccellenze femminili italiane e internazionali. Tra le quali l’interprete tedesca, figlia del celebre Klaus Kinski, è assolutamente da considerare per i tanti film famosi – anche italiani – che hanno visto protagonista questa icona di stile, sorridente e disponibile nel ricordare il proprio passato e accennare ai progetti che verranno.

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“Non ricordo dove vivessi, però – sembra quasi scusarsi… – ero piccola! Ma ricordo l’Appia antica, e quando ho saputo che anche Cleopatra l’aveva attraversata tra i tanti…“. Nomi famosi, come quelli di grandi registi con i quali ha lavorato come Alberto Lattuada, i Fratelli Taviani, Lina Wertmüller, Wim Wenders, Roman Polanski o come Fellini, con il quale aveva lavorato il produttore Ibrahim Moussa, suo marito.

Federico amava mio marito, perché gli ha sempre detto di sì. Aveva capito che doveva lasciarlo libero di sognare, anche quando una volta voleva gli elefanti… – ricorda. – Era un regista brillante, che viveva di sogni. Ma tutti noi senza sogni non siamo completi. Dobbiamo sempre conservare i nostri sogni“.

Fellini chiama Mastroianni, ovviamente, con il quale Nastassja lavorò in Così come sei di Alberto Lattuada: “Per me Marcello è La dolce vita, quando lavoravo con lui ero anche spettatrice oltre che attrice. Lo ricordo molto calmo sul set“.

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Dopo la proiezione della clip che la mostrava a spasso per le vie del centro con l’abito di Gattinoni indossato da Anna Magnani – così vuole la leggenda – in occasione del suo primo incontro con Marlon Brando mentre era a New York per il film Pelle di serpente. Lo stesso vestito che ora sfoggia sul palco, mentre dedica il premio ricevuto “alle donne“, invitando “tutto il mondo a unirsi in un momento di riflessione… perché non possiamo andare avanti senza amore“.

Penso che anche Anna oggi ci chiederebbe: cosa stiamo facendo? Ci direbbe di fare l’amore, fare la pace. Capirci anche se diversiarringa dal palco, ribadendo il messaggio. – Dobbiamo unirci, non odiarci, non ucciderci gli uni con gli altri. Siamo sempre più vicini tra noi, ma allo sesso tempo stiamo vivendo una terribile tragedia.  Come dice Imagine, non dobbiamo pensare alle divisioni. Dobbiamo fare come ha fatto Greta Thunberg, che giovanissima è riuscita a mettere insieme ragazze ebree e palestinesi per sostenere che la Palestina deve essere libera“.

Grazie al cinema posso parlarne, approfittare di questi eventi e del fatto che l’arte abbia il potere di unire – continua, pensando ai pro e i contro di questa fase della sua lunga carriera. – Oggi è meno facile, ma la vita stessa non è facile. Anche il mondo è cambiato, e noi dobbiamo cambiare con lui. Come il mare. Non si può fermare…“.

Una carriera che continua, anche se l’organizzazione della serata non ha potuto mostrare le immagini del suo nuovo film (“ci tenevo, lì c’è come sono adesso“), anche se non specifica se si tratti del Die Stillen Trabanten di Thomas Stuber o del Chantal im Märchenland di Bora Dagtekin, in post-produzione.

Da sempre i miei modelli, quelli che ammiro per come pensano e come vivono, dicono tutti cose positive – conclude. – E io sullo schermo voglio interpretare ruoli positivi non oscuri, che dicono la verità, che rimangano addosso. Come succede a me. I miei ruoli restano tutti con me, su tutti il mio preferito, quello di Tess” [film di Roman Polanski del 1979, ndr]. “Quanto alla regia – visto che l’ultima domanda ipotizzava che potesse passare dietro la macchina da presa, – preferisco scrivere, dei racconti, che potrebbero diventare una sceneggiatura“.