Dopo l’anteprima alla 21esima edizione di Alice nella città, in occasione della Festa del Cinema di Roma 2023, la Walt Disney distribuisce al cinema – dal 29 febbraio – il film scritto e diretto da Andrew Haigh ispirato al romanzo omonimo di Taichi Yamada, Estranei (All of Us Strangers). Una dramma della solitudine, ma soprattutto una storia capace di parlare dell’oggi e a tutti, quanti almeno potranno immedesimarsi nei personaggi affidati a Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell e Claire Foy: un poker d’assi del quale il film approfitta in maniera adeguata.
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IL FATTO
Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, 30 anni prima.
L’OPINIONE
Una solitudine schiacciante, soffocante, letale, eppure vissuta con una insoddisfatta rassegnazione, con le conseguenze che questo può comportare… Soprattutto a livello psicologico, come il film si impegna a mettere in scena, raccontando più storie attraverso il fulcro di un onnipresente Andrew Scott, chiamato a farci credere ai suoi – e del film – fantasmi.
Fantasmi veri e propri, che lo spettatore impara a considerare normali insieme al protagonista (e per la sua notevole prova, al pari degli altri tre componenti di un cast ristretto all’essenziale, ma espressivo e comunicativo), rimasto orfano a 12 anni e lasciato solo a sviluppare la propria identità, anche sessuale, in un periodo – gli anni ’80, dell’AIDS – nel quale lo vediamo continuare a vivere.
Per la sceneggiatura che deve scrivere, per lavoro, per la musica che ascolta (dai Frankie Goes to Hollywood ai Fine Young Cannibals e i Pet Shop Boys), forse per aiutarsi a trovare ispirazione o forse no, per l’illusione che il tempo sia sia fermato. O per il bisogno di fermarlo, affidandosi a delle illusioni, piuttosto che affrontare il presente.
Ma questo Estranei è un’esperienza da vivere personalmente, ché il filtro del racconto non potrebbe non ridurne immancabilmente l’ampiezza dello spettro, limitando le possibilità offerte di entrare in connessione con uno dei suoi tanti aspetti. Merito delle interpretazioni, come detto, ma anche di un adattamento pregevole e di una regia intelligente, capace di rendere significante suoni e musiche oltre alle parole, ma soprattutto silenzi e sguardi.
Un’esperienza e insieme un film sulla vulnerabilità, sulla paura, anche di essere felici, sul desiderio e sulla delusione. Un film che, pur con qualche salto ardito e grazie a trovate decisamente riuscite, parla a tutti. A tutti quanti abbiano guardato a un ricordo con un pizzico di nostalgia, abbiano sentito il peso di un antico rimorso o l’angosciante languore del ricordo di un amore, vissuto o meno, passato o sognato. Un abbraccio compassionevole e solidale, o chissà rassegnato, ma di grande comprensione e calore.
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SE VI È PIACIUTO ESTRANEI, GUARDATE ANCHE…
Senza andare a scomodare il fin troppo visto e citato Ghost, di amori ultraterreni – veri o presunti – sono piene le videoteche, almeno guardando alle commedie, anche piuttosto recenti. Per quanto dunque il tono sia molto diverso da quello utilizzato per la storia – dura ed emozionante – in questione, per alleggerire lo spirito si potranno recuperare il Se solo fosse vero con Reese Witherspoon e Mark Ruffalo, il The In Between – Non ti perderò con Joey King e Kyle Allen, Il fantasma innamorato di Anthony Minghella con Alan Rickman e perché no, magari anche classiconi come C’è… un fantasma tra noi due, Always – per sempre e Il paradiso può attendere.