“22.11.63”: ARRIVA LA SERIE CON JAMES FRANCO TRATTA DA STEPHEN KING

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Ford Sunliner fiammanti, strane tessere gialle, JKF e Oswald, gli anni ’60 e il passato in armonia con se stesso: è arrivata negli States 22.11.63, miniserie interpretata da James Franco e basata sull’omonimo romanzo-capolavoro di Stephen King. In Italia la vedremo in prime-time dall’11 aprile, su FOX

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Franco, King e Abrams durante la lavorazione della serie

Se vi chiedessero qual è il giorno che vi ha cambiato la vita, quello spartiacque, voi cosa rispondereste? Per Harry Dunning non fu un giorno, ma una notte. La notte in cui suo padre uccise brutalmente la madre e i suoi due fratellini, mandando in coma la sorella, che si spense dopo tre anni. Era la notte di Halloween di 55 anni fa. E se vi dicessero che c’è la possibilità tangibile di poter tornare indietro e scongiurare quella notte, proteggendo l’allora piccolo Harry da una vita terribile e, dato che ci siete, cambiare anche il corso della Storia, riscrivendola totalmente? Per Harry il momento spartiacque fu quello, mentre per Jake Eppening, un semplice insegnate di Lisbon Falls, nel Maine, fu il preciso istante in cui ascoltò quella terribile storia. Ancora prima di chiudere gli occhi e fare un salto nel buio e nel passato, per salvare nientemeno che il Presidente Kennedy. Una vicenda, quella di 22.11.63 (oppure 11.22.63, se vogliamo utilizzare la datazione anglosassone e il titolo originale) al limite del thriller, del fantasy e anche dell’horror, coniata nel 2011 dalla geniale penna di Stephen King e ora divenuta, per il network Hulu, una serie suddivisa in otto puntate e interpretata da un cast d’eccezione: James Franco, Chris Cooper, Sarah Gadon e, ancora, Josh Duhamel e Leon Rippy.

James Franco e Chris Cooper nell'oggi di "11.22.63"
James Franco e Chris Cooper nel presente di “11.22.63”

La trasposizione sul piccolo schermo (inizialmente doveva diventare un film con la regia di Jonathan Demme) prodotta dalla Bad Robot di J.J. Abrams, parte proprio con il pilot The Rabbit Hole, diretto da Kevin McDonald, in cui in 80 minuti si introduce, tra spazio e tempo, l’incredibile storia di Jake Epping (Franco), ingaggiato dall’amico Al Templeton (Cooper) per finire quello che lui, distrutto da un ”improvviso” cancro, non può terminare. La missione, infatti, è attraversare la misteriosa ”buca del coniglio” – situata nel retrobottega del dinner di Al – che porta, ogni qualvolta che la si varca, alle 11.58 del 10 ottobre del 1960 (nel libro 9 settembre del ’58), capire se davvero Lee Harry Oswald (con il volto di Daniel Webber) fu l’artefice unico dell’assassinio più famoso della storia e, in tal caso, farlo fuori prima che metta piede nel Texas School Book Depository di Dallas. Ma attenzione, ogni volta che si attraversa il passaggio tra Ieri e Oggi tutto si azzera, e ciascun viaggio è sempre il primo viaggio. Non solo, ogni sguardo negli anni ’60, che duri un giorno o dieci anni, equivale solamente a due minuti contemporanei. Senza scordare, poi, l’ubriaco con un’insolita tessera gialla infilata nel cappello, che ”attende” Jake ad ogni passaggio tra il presente e il passato.

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Sarah Gadon e James Franco nel passato di “11.22.63”

22.11.63, dunque, ha dalla sua due elementi trainanti: James Franco capace di delineare l’immaginazione dei lettori che, almeno fino alla messa in onda negli States (da noi la serie arriverà l’11 aprile su FOX), hanno potuto solo idealizzare le caratteristiche di un personaggio sfaccettato e sorprendente come quello di Jake Epping; e, soprattutto, la storia, che racconta, sotto forma di sci-fi oscuro e imprevedibile, gli USA degli anni ’60, fatti di brillantina, giradischi e terrore nucleare. Per l’economia della vicenda applicata alle immagini (nonché per licenza narrativa di Bridget Carpenter, la showrunner della serie), alcuni dettagli, nomi e avvenimenti sono stati cambiati o inglobati, oppure del tutto inventati e introdotti – comunque con maestria – già nella prima puntata, in cui il tocco originale di Stephen King resta (indispensabilmente) presente. Nonostante la lecita e naturale (re)visione delle pagine del romanzo, la serie colpisce nel segno, gettando subito il pubblico in una sorta di stupore che affascina e contemporaneamente spaventa (con un utilizzo della musica pressoché perfetto, con brani originali del compositore Alex Jeffes e una soundtrack che va da Bo Diddley a Etta James), portandolo davanti ad innumerevoli domande che, statene certi, troveranno una risposta. Perché tutti, anche solo per un momento, avremmo voluto tornare indietro nel tempo, immaginando di poter costruire una vita perfetta e, magari, ballare un’ultima volta con la ragazza dei sogni. Però bisogna fare i conti con il passato (spaventoso, onnisciente e vero protagonista della serie) che, come scoprirà lo spettatore e lo stesso Jake, puntata dopo puntata (o pagina dopo pagina) non vuole in alcun modo essere cambiato. E non c’è nobiltà d’animo, amore o danza che tenga.

Damiano Panattoni

GUARDA IL TRAILER DI 22.11.63!