CIAK LEGENDS: 60 ANNI SENZA JAMES DEAN

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DI MASSIMO LASTRUCCI

James DeanCosa c’entrano gli Squallor con James Dean? Quasi niente, ma è giusto una citazione per rendere l’idea: quei musicisti goliardi composero e incisero negli anni Settanta una canzone intitolata Morire in Porsche. E non si può pensare che a James Dean che il 30 settembre 1955, a 24 anni (!!!), si schiantò con la sua Porsche 550 Spider a Cholame (in California) in un frontale con una Ford Custom Tudor guidata dallo studente (quasi coetaneo) Donald Gene Turnupseed che aveva invaso l’altra corsia. Mancavano pochi giorni a terminare le riprese de Il Gigante (regia del grande George Stevens). Ottenne due candidature postume agli Oscar (per questo e per La Valle dell’Eden di Kazan) e un Golden Globe sempre postumo per il film di Kazan.

Fu un grande attore? Come dirlo con tre sole apparizioni cinematografiche in ruoli importanti (però si era prima fatto conoscere come emergente sulle scene teatrali nei primi anni Cinquanta e fu grazie a un chiaccheratissimo Immoralista di Gide che fu chiamato a Hollywood)? Di certo in La Valle dell’Eden, in Gioventù bruciata (il cui titolo originale tradotto era Ribelle senza causa, un motto per le generazioni a venire) e ne Il Gigante ruba la scena a chiunque, seducente e sfolgorante, per la passione dei suoi coetanei e coetanee. E sì che i suoi colleghi erano giovani star del calibro di Julie Harris (primo), Nathalie Wood e Sal Mineo (secondo), nientemeno che Liz Taylor (tra l’altro sua amica e confidente devota) e Rock Hudson (terzo).

James DeanInfatuato artisticamente di Marlon Brando (praticamente ai primi passi lo copiava in ogni cosa, persino simulando stranezze e bizzarrie comportamentali), portò la scuola di recitazione dell’Actor Studio tutta costruita sull’autoanalisi psicologica e sull’immedesimazione a livelli parossistici. Poteva improvvisare come starsene tranquillo tra i limiti del copione, andare in surplace creativo come esplodere nell’iperattività più entusiasta. Era un purosangue a briglia troppo spesso sciolta, che i registi, quelli davvero grandi (come appunto Kazan, Ray e Stevens), sapevano assecondare cogliendolo e “registrandolo” nei suoi momenti più alti. Non accreditato comparve in 5 pellicole, più qualche lavoro in tv, ballò praticamente per poche estati, invadendo le pagine dei rotocalchi, facendo parlare e spettegolare su di sé (dalle accuse bisbigliate di omosessualità a una strombazzata love story con Anna Maria Pierangeli), mostrandosi sempre dietro a quella maschera di esibizionista fragile e bisognoso d’affetto, più vera di quanto allora non sembrasse.

James DeanPassò come una cometa, ma la sua scia è visibile ancora oggi. Il contadinotto quacchero “Jimmy” Dean – nato a Marion, Indiana, l’8 febbraio 1931 – è diventato un totem dell’immaginario del pianeta, citato in canzoni, film, documentari, immagini, quadri (tra l’altro l’8 ottobre arriverà in sala Life di Anton Corbijn, che racconta l’amicizia tra il divo e il fotografo Dennis Stock). Come dice il vecchio motto dell’era classica? Chi muore giovane è caro agli dei. Non sapremo mai come si sarebbe evoluto, cosa sarebbe diventato nel corso degli anni. Di certo la sua disperata isteria in Gioventù bruciata (ancora oggi un grido d’amore e una richiesta d’aiuto cui è difficile rimanere indifferenti) e la sua doccia nel petrolio del Texas in Il Gigante, la sua andatura ciondolante da cowboy ubriacato dalla fortuna improvvisa che urla tutta la sua rivalsa, sono momenti magici, da assoluta leggenda del cinema.

LE SUE 3 INTERPRETAZIONI CULTO

LA VALLE DELL’EDEN (1955) 
di Elia Kazan, con Julie Harris e Raymond Massey

La valle dell'EdenAdattamento cinematografico del romanzo di John Steinbeck, Kazan fece girare tutto attorno al personaggio del figlio reietto Cal Trask. Diede perciò al giovane Jimmy Dean ampia libertà e il ragazzo rispose, improvvisando splendidamente (come quando abbraccia Raymond Massey dopo che questi rifiuta i suoi 5 mila dollari). Premio a Cannes e Oscar a Jo Van Fleet, nei panni della madre.

GIOVENTU’ BRUCIATA (1955)
di Nicholas Ray, con Nathalie Wood e Sal Mineo

Gioventù bruciataGenitori grigi e dalle idee piccole, Jim Stark cresce covando rancore verso tutto e tutti tranne che l’amico imbranato e la ragazza dolce. Alcol, fumo, violenza, notti agre, coltelli. Il cinema dice che i giovani stanno male nel conformismo e intanto rivela il glamour di Jim-Dean: con jeans, maglietta, giacca rossa e grease, farà da modello per i coetanei, imitato sino all’inflazione.

 

 

IL GIGANTE (1956)
di George Stevens, con Rock Hudson ed Elizabeth Taylor

James DeanUn mélo ipergravido reinventato da una regia potente e acuta e l’interpretazione cult dei protagonisti.Texas. Il ranchero milionario Rock Hudson impalma la bella Liz Taylor, from Maryland, di cui il bracciante Jeff Rink/Dean è perdutamente e invano innamorato. Ma sotto i suoi campi riposa il petrolio e quando sgorgherà farà di lui un magnate. Che proverà a rifarsi/vendicarsi decenni dopo seducendo la figlia della coppia. 7 le nomination e solo un Oscar, doveroso, per la regia.