FESTIVAL DI PESARO: TUTTI I PREMIATI

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Cala per la 52ma volta il sipario sulla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e come consuetudine pretende, lo fa con i premi. Spesso capita, in festival in cui sono relativamente pochi titoli a combattere, che le preferenze convergano senza tanti problemi su uno o due titoli. Questa volta, benché in competizione il comitato di selezione abbia scelto una rosa di 8 titoli, immaginiamo che ci siano state non poche discussioni, dato che tre-quattro titoli erano decisamente superiori alla media. Ad ogni modo, la Giuria composta da 16 studenti da varie Università italiane sotto la guida di Roberto Andò, ha comunque assegnato all’unanimità il Premio Lino Micciché al francese Les Ogres di Lea Fehner, sulle avventure itineranti di una compagnia, il Davau Théatre, impegnata con una pièce di Cechov ma soprattutto con le dinamiche interne, opera prima vivacissima con interpretazioni a pelle nuda di un cast emotivamente molto coinvolto (tra cui spiccano interpreti già conosciuti come Adèle HaenelThe Fighters addestramento di vita – o  la catalana Lola Dueñas – Mare dentro, Parla con lei).

Giustissime anche le menzioni speciali. La prima è toccata a Per un figlio, film italiano diretto da un giovane originario della Sri Lanka, Suranga Deshapriya Katugampala, che scava con forte realismo (e qualche concessione al simbolico) nello scontro tra una madre e un figlio adolescente, che è soprattutto anche il conflitto tra un mondo di tradizioni obbligato all’esilio e quello rabbioso di una adolescenza contemporanea in una città come Verona. Un film carico di sensibilità nella sua concisione che dovrebbe avere anche una buona distribuzione nella sale (produce Arcopinto). La seconda invece va a David di Jan Tesitel (Repubblica Ceca), la storia di un adolescente mentalmente disturbato che fugge dalla incolpevole famiglia per perdersi pericolosamente a Praga. Una solitudine senza rimedio la sua, affacciata all’abisso della dissoluzione e che la regia sa trasmettere al pubblico grazie soprattutto alla notevole performance del protagonista, Patrick Holubà, giovane attore di provenienza teatrale, specializzato nella comunicazione con persone con problemi mentali.