IL SORRISO DELLA REGINA VIRNA

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Virna Lisi sulla cover di Life, dalla collezione privata del direttore di Ciak Piera Detassis
Virna Lisi sulla cover di Life, dalla collezione privata del direttore di Ciak Piera Detassis

Per noi, sugli “anta abbondanti” e all’epoca fanciulli, era quella che “con quella bocca può dire ciò che vuole”. Carosello – il leggendario contenitore di corti pubblicitari inventato dalla Rai – l’aveva trasformata nei ’60 in una delle più amate dagli italiani, una fata dal sorriso smagliante (non comunque per merito del dentifricio Chlorodont) e con quel neo giusto sotto le labbra che molto aggiungeva di quel certo nonsocché a una bellezza raffinata, persino poco nazionale, quasi nordica.

Virna Lisi (vero cognome Pieralisi, Ancona 1936 – Roma, 18 dicembre 2014) allora aveva già alle spalle una discreta carriera composta da tante commedie più o meno sentimentali (scoperta dal cantante e amico di famiglia Giacomo Rondinella esordì su schermo nel 1953 in …E Napoli canta di Armando Grottini) e sceneggiati televisivi (da Orgoglio e pregiudizio, 1957 di Daniele D’Anza e poi I masnadieri, 1960 e qualche altro lavoro di Anton Giulio Majano), per non parlare del teatro con Squarzina e Strehler, insomma una corposa gavetta che le ha permesso – cosa non frequentissima – di recitare quasi sempre senza farsi doppiare.

Dicevamo però del suo aspetto (gli occhi di fuoco li avremmo scoperti dopo con gli schermi a colori): la sua “non provincialità” la rese ideale non solo nelle commedie italiane (doveroso citarla almeno anche con Totò in Sua eccellenza si fermò a mangiare, 1961 e in precedenza in La donna del giorno di Citto Maselli, 1956) ma anche all’estero, soprattutto in Francia (Eva di Losey, 1962 o Il tulipano nero di Christian-Jaque, 1964).

Virna Lisi e Gastone Moschin in Signore e signori
Virna Lisi e Gastone Moschin in Signore e signori

Il suo rifiuto di interpretare una ragazza di Bond in 007 dalla Russia con amore (1963) fu però il primo di tanti inciampi o occasioni mancate che avrebbero altrimenti trasformato la sua carriera, pur notevole, varia e premiata, in quella di una star leggendaria di prima grandezza. Ad ogni modo non mancò di impreziosire Le bambole (l’episodio di Risi, 1965), Casanova ’70 di Monicelli e quello che per tutti è uno dei capolavori del cinema italiano dell’epoca, Signore e signori (uscito nel 1966) di Germi, proprio quando si verificò una delle altre occasioni mancate di cui citavamo. Hollywood infatti la chiamò, convinta di aver trovato l’erede di Marilyn Monroe (allora le major erano in ricerca spasmodica di bionde più o meno prorompenti, più o meno rassicuranti); lei, supportata anche dal marito Franco Pesci, accettò e firmò un’esclusiva con la Paramount per 7 anni.

Virna_Lisi-_Come_Uccidere_Vostra_Moglie
Virna LIsi in Come uccidere vostra moglie

Purtroppo, dopo il primo, il frizzante Come uccidere vostra moglie (1965) arrivarono le magagne, l’America la voleva svampita e sexy, lei aspirava a qualcosa di meglio, fece qualche altra comparsata e dopo aver rifiutato le avances di Frank Sinatra, di apparire su Playboy e Barbarella (1968, altro ahi perché al suo posto fu presa Jane Fonda!) stracciò il contratto, pagò una salata penale e torno a Roma.

Se perse così nel frattempo il treno di alcuni Grandi Successi della Commedia all’Italiana, riprese a lavorare a pieno regime, dando il meglio in coproduzioni (La ragazza e il generale, 1967, Il segreto di santa Vittoria, 1969, Barbablu, 1972, Il serpente, 1973,) e in mèlo come Al di là del bene e del male (Cavani, 1977); quindi un exploit davvero straordinario con La cicala di Alberto Lattuada (1980). Aveva però già cominciato a centellinare le sue interpretazioni; tra show e famiglia, la fulgida Virna – e sia detto a suo gran merito – ha sempre scelto la seconda (come amava dichiarare: «La mia famiglia, i fratelli, siamo sempre stati unitissimi, mio marito, i figli e i nipoti. La famiglia è fondamentale, anche in America ci sono sempre andata accompagnata da un parente, mi sono sentita protetta ») .

Virna_Lisi_Sapore_di_mare
Virna LIsi in Sapore di mare

La ritroviamo però notevole nel cult Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina, I ragazzi di via Panisperna di Amelio (1989), Buon Natale…buon anno di Luigi Comencini (1987) e soprattutto nel ruolo apice di una intera carriera, Caterina de’ Medici in La regina Margot (1993) di Patrice Chéreau (per cui ha vinto il premio per l’interpretazione a Cannes). Serena, positiva anche in età matura si è alternata tra casa e schermo grande e piccolo (A casa di Anna, 2004, la serie di Caterina e le sue figlie, 2005, 2006 e 2010). Doveroso ricordarla almeno in Va’ dove ti porta il cuore (1996), Il più bel giorno della mia vita (2002) sino all’inedito Latin Lover (che uscirà a marzo), tutti diretti da Cristina Comencini.

Virna Lisi
Virna Lisi premiata col Ciak d’Oro sulla cover di luglio 2002

Ma mentre ancora non si riesce a scacciare il sospetto che si sia e sia stata sottovalutata, a smentirci arriva poi il medagliere. Pochissime attrici italiane hanno avuto infatti più riconoscimenti di lei. In 79 interpretazioni cinematografiche accreditate ha infatti vinto 4 David di Donatello (La cicala, Sapore di mare e due alla carriera), 6 Nastri d’Argento (Al di là del bene e del male, Sapore di mare, Buon Natale…Buon anno, La regina Margot, Va’ dove ti porta il cuore, 1997, Il più bel giorno della mia vita) il Cesar per La regina Margot e un Ciak d’oro alla carriera nel 2002. Curiosità finale: nel 1995 è stata tra l’altro nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Insomma, una grande attrice e una grande persona.

Massimo Lastrucci