INTO THE WOODS

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Id. Usa, 2014 Regia Rob Marshall Interpreti Emily Blunt, James Corden, Johnny Depp, Meryl Streep, Chris Pine, Tracey Ullman, Anna Kendrick, MacKenzie Mauzy Produzione Walt Disney Pictures, Lucamar Productions, Marc Platt Productions Distribuzione Disney Durata 2h

In sala dal

2 aprile

La maledizione di una strega impedisce a un fornaio e alla moglie di avere figli. Per liberarsene dovranno recuperare una serie di oggetti abbastanza stravagante. Così, panettiere e signora si inoltrano in un bosco misterioso, mentre attorno a loro i personaggi di tante favole dei Grimm rivivono le loro storie. Fino a un certo punto però, perché i destini si intrecciano, si biforcano e prendono direzioni impreviste.

Rifare, reimpastare e manipolare i materiali delle fiabe più classiche (Cappuccetto rosso, Cenerentola, Raperonzolo, Jack e il fagiolo magico), non è certo una novità per il cinema, almeno quello fantasy. Di diverso qui è che l’operazione non è rivolta ai teenager, ma agli adulti. Da un musical di Stephen Sondheim, un poderoso cast artistico recita, canta e si inerpica in un possibile sviluppo problematico delle varie favole. Disillusioni d’amore, la responsabilità della paternità, la colpa e il riscatto: la realtà incombe e distrugge tutta la mitologia e il fiabesco che zucchera quel mondo immaginario e meraviglioso. Tra la caratterizzazione quasi cartoon di Johnny Depp (il Lupo cattivo) e la tragicità della Strega Meryl Streep (per la prima volta in una produzione Disney ed ennesima nomination agli Oscar), il film di Rob Marshall (a proposito di musical: il suo meglio con Chicago, il suo peggio con Nine) cerca di barcamenarsi tra il kitch e la drammatizzazione psicanalitica. Purtroppo gli difettano la grazia dell’humour e l’orecchio al ritmo interno che uno spettacolo cinematografico deve possedere. Se a Broadway la macchina teatrale e la musica dal vivo possono meravigliare e coinvolgere, qui il notevole apparato (nomination agli Oscar per costumi e scenografie) più spesso soffoca gli interpreti (tra cui anche Emily Blunt, Anna Kendrick, Chris Pine, più spigliati i ragazzini Lilla Crawford e Daniel Huttlestone) e l’intellettualismo incombe come un maleficio. Senza contare che il recitar cantando alla lunga può risultare fastidiosetto e presuntuoso, visto che non siamo di fronte a Mozart e Lorenzo Da Ponte.

Massimo Lastrucci